La meteorolo-zia per quest'autunno
prevede dritti e rovesci anche di moderata intensità.
Intanto sento tuonare la domanda: la
trasformazione in zombie è reversibile?
Secondo Albanesi no. Ecco cosa scrive:
“Conosco
personalmente due atleti che sono centochilometristi, il primo si
trascina fra ultramaratone con qualche proiezione su gare più brevi
(evidentemente dei test di velocità…), correndo i 10000 in circa
45′ quando prima li correva in 34-35′; l’altro, runner da molti
anni, da quando ha deciso di passare alla 100 km è durato due anni:
ora lo si trova mentre cammina nelle non competitive, ormai incapace
di correre”
Che tristezza. Forse anche io sono
diventato così, zombie senza ombrello sotto la pioggia autunnale con
un buco nella testa l'acqua mi entra nel cervello. Flavio e Bruno ora
mi massacrano, Teo mi asfalta, la vecchia zia mi infilza sferruzzando
e poi mi investe sulle strisce con la macchina da cucire ma forse non
è per sempre.
Come lo scorso novembre, anche
quest'anno mi sono posto l'obiettivo di ritrovare la velocità,
frangendo gli spazi con tempi sempre meno infiniti, spaziando di
meno, spazientando senza temporeggiare e raccogliendo con la scopa
tutti i frammenti di spazio per non sporcare.
Così mi sono dato una mossa, mi sono scrollato
di dosso la polvere del tempo e dei trail, ho dissotterrato i piedi dalle
hoka, dove giacevano tumefatti, ho suonato come trombe gli alveoli
polmonari e mi sono buttato con velleità convinto che in due
settimane si possa ritrovare la velocità smarrita.
Domenica a Uta correrò la classica
mezza maratona. Ci saranno Bruno e Teo a misurare il gonfiore delle
mie velleità e il cronometro che impietosamente girerà sotto lo
sguardo beffardo dei miei fantasmi. Gli agenti finanziari
aspetteranno con scetticismo le nuove quotazioni del mio seme ma io
emergerò trionfante. L'autunno lascerà posto ad una nuova primavera
… aspetta, non c'era qualcosa in mezzo? No, sono finiti i
carciofini, non ci sono più le pizze con le mezze stagioni.
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