Ogni cambiamento è riposante in senso
lato, in quanto allontana dall'attività consueta anche se solo per
intraprenderne un'altra. Dopo mesi passati a resistere per scavalcare
catene montuose, da due settimane ho ripreso a cercare la velocità
dimenticata e anche questo è riposo.
Tenendomi alla ringhiera con la mano
sinistra e appoggiandomi al muro con la destra, riesco a scendere le
scale e ad uscire di casa per recarmi al parco del Molentargius a
Cagliari. Quale occasione migliore di una gara piatta di 12 km per
cercare la velocità smarrita? Non sarà facile; le gambe sono
irrigidite dai DOMS. Per andare veloce, dovrei curare queste gambe
indolenzite o stordire la testa per scordare questi dolori; cercasi
citrullina, cretinina o amminoacidi a corna di cervo in fioritura.
Oppure sole e aria di festa.
Foto di Francesca Erbì |
Foto di Gavino Sole |
Dopo un breve riscaldamento, sono sulla
linea di partenza. Gioco d'azzardo: non so come andrò ma punto su di
me. Tutto sul “501”, rouge, dispari! Les jeux sont fait. Il primo
chilometro scorre in 3'50, un bel ritmo anche se moltissimi sono
avanti a me. Il podio della categoria è almeno 100 metri avanti. Non
mi azzardo a cercare di raggiungerli, sto già correndo troppo
veloce. Aspetto invece come un avvoltoio che almeno uno dei tre ceda
per soffiargli onore e premi. Cedono in due; prima Paolo, poi Luigi
mentre Angelo aumenta il ritmo e sparisce in avanti. Io mi barcameno
intorno al limite delle mie attuali possibilità. Più che cercare la
velocità, cerco di resistere alla lentezza, che mi vorrebbe fare
arretrare il busto, come a cercare la poltrona, e accorciare i passi
come se dovessi anche oggi scavalcare montagne. Riesco a mantenere un
ritmo appena superiore al limite della lentezza, 15km/h, e pure ad
accelerare in vista del traguardo.
Ventitreeseimo su oltre 500 atleti al
traguardo e quello di cui vado ancora più fiero, primo assoluto al
buffet, con un tempismo da buffettaro doc. Purtroppo non posso
indugiare fra tutte queste torte salate e dolci; devo salire sul
podio e poi tornare a casa e così salta il secondo giro del buffet.
Pazienza; mi dispiace partire e lasciare la festa, il sole, il cibo,
la fatica, gli amici e il divertimento ma ritroverò tutto e tutti a
Uta la settimana prossima
Tutto questo riposo mi sta distruggendo
le gambe ma è divertente; non bisognerebbe mai smettere di cambiare.
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