La notte prima sono a Roma. Non riesco
a dormire. Mi affaccio alla finestra sperando di rinfrescarmi un po';
osservo l'aria perfettamente immobile, il caldo, l'umidità, la luna
piena, il traffico; un automobilista si ferma sotto la finestra, urla
al telefono agitando una mano fuori dal finestrino, poi scende dalla
macchina continuando ad urlare, sbatte la portiera, risale, risbatte
la portiera, “... ecco, mi hai fatto pure spaccà la macchina …
ti odio, ti odio, ti odio ...” riparte. Ecco cos'è l'afa. Alle 4 e
mezza suona la sveglia.
A Londra invece fa fresco; sembra ci
sia l'aria condizionata per le strade. Martino deve andare in bagno.
Nella subway sono a pagamento e il nostro appartamento è ancora
chiuso. Lo accompagno allora alla ricerca di una toilette. Nel
supermercato non ci sono bagni. Nel ristorante di una nota catena
sono rigidi: only for customers. Non ti preoccupare, gli dico, so io
dove andare. Sapevo che al British Museum non si paga l'ingresso. Di
fronte all'enorme palazzo neoclassico gli dico: ecco il tuo bagno.
Passiamo fra due monumentali statue assire, accanto alla stele di
Rosetta e poi attraverso un corridoio, costeggiando sfingi egizie,
finalmente arriviamo al bagno.
Welcome in London
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