Questa settimana, a partire dal lunedì
o forse dalla domenica, non ricordo bene, ogni mattina mi sveglio con
un crampo ad un polpaccio. Un giorno il destro, l'altro il sinistro.
Martedì, per equità, si sono fatti sentire tutti e due. È una
sveglia dura, dolorosa, che riporta nella realtà nel modo più crudo. Li sciolgo prendendo il piede e
tirando ma, per un po', il demonietto resta là dentro, lo sento che
si muove, che si rigira. Sono fastidiosi, dolorosi, sì, ma ormai,
dopo 5 giorni, fanno parte di me, sono quasi domestici, basta un
gesto, una tirata del piede e tornano a cuccia.
Un tempo venivano a trovarmi negli
ultimi 10 km di gare lunghe e gloriose. Ricordo quello che mi si
attaccò alla coscia a 3 km dall'arrivo della maratona, ultima
frazione dell'ironman di Klagenfurt, dopo 10 ore di gara. Non riuscì
a fermarmi; me lo portai dietro finché si staccò e mi raggiunse di
nuovo solo mentre stavo lì incredulo a guardare il tempo che avevo
fatto; ormai ero arrivato e anche lui, rendendo ancora più sofferto
quel traguardo al mio esordio sulla mitica distanza, aveva
contribuito alla gloria. Ricordo, poi, quelli che mi attanagliavano le gambe
negli ultimi chilometri della ronda ghibellina; quello che invece mi
buttò a terra nell'ultima discesa del trail del Marganai; quelli che
mi negarono il secondo posto al trail dei cervi, … ora il mio
traguardo è il letto e vengono a trovarmi lì, negli ultimi 10 km
della notte.
Piccoli alien ormai lo so che
abitate lì dentro e attendete le prime luci dell'alba per darmi un
morso. So di essere la vostra colazione
È l'alba. Il gatto miagola per avere
del cibo. Gli uccellini cinguettano salutando il nuovo giorno
d'estate. I miei piccoli alien si svegliano e mi attanagliano un
polpaccio. È ora; uno sbadiglio e mi alzo. Buon giorno anche a voi!
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