L'astrazione
“Riu alinu”, che bel nome: “riu
alinu”; pensatelo sulla bocca di una ragazza con le labbra che
restano semiaperte e la lingua che va a sfiorare il palato. “ri-u
a-li-nu”, che grazia, che leggerezza … ora provate ad immaginare
la stessa bocca che pronuncia “is cioffus”. Non c'è paragone.
Con un nome così sexy, mi viene voglia di andarci. Cerco su google
“riu alinu”, vedo la foto e resto folgorato: voglio entrare in
quella foto!
Faccio un piano di massima; ricordo un bel sentiero nel bosco che avevo percorso anni prima in mtb e la bella strada che, a mezza costa, porta nella zona della cascata. Trovare l'accesso non sarà difficile, non siamo principianti, poi le cascate, di solito, non si allontanano dai torrenti.
Faccio un piano di massima; ricordo un bel sentiero nel bosco che avevo percorso anni prima in mtb e la bella strada che, a mezza costa, porta nella zona della cascata. Trovare l'accesso non sarà difficile, non siamo principianti, poi le cascate, di solito, non si allontanano dai torrenti.
E in quella foto sono entrato, con un
bel gruppo di amici ed è stato meraviglioso come immaginavo. Sentire
la forza dell'acqua, freschissima e potente, che spinge verso la
seconda cascata; essere là dentro, dentro quel nome, dentro quella
foto a realizzare quell'astrazione, dentro quell'acqua, sotto quella
parete di roccia maestosa, è come un sogno che si avvera. Poi,
riparto per primo e mentre aspetto che gli altri risalgono dalla
cascata, mi butto giù in un sentiero ripidissimo per vedere se vada
alla cascata inferiore, sotto un altro salto di roccia. Il tempo di
affacciarmi, fare due foto e risalgo di corsa per invitare tutti con
entusiasmo a vedere la seconda meraviglia.
L'astrazione quasi sempre si
proietta nella realtà con una corrispondenza univoca ma basta un
dettaglio, infimo, come un sasso al posto sbagliato o un momento di
distrazione che in un attimo ci si ritrovi completamente altrove, in
una realtà inattesa, dura ma non per questo meno reale, anzi, più
concreta, fatta di terra, sudore e sofferenza.
La
realtà
Poi, un sasso fuori posto, o un passo
sbagliato e la seconda cascata l'ha fatta Priamo.
Quando a Priamo si gira il piede
fratturando il malleolo, siamo in fondo ad una scarpata circa 50
metri di dislivello sotto il sentiero, a 300 metri dalla strada
forestale, chiusa al traffico da una sbarra, a 10 chilometri dalle
auto e a 15 km dal punto più vicino in cui prende il telefono. Ero
accanto a lui. Ho visto il piede che si girava sotto il suo peso e ho
sentito l'urlo “Ah! Ragazzi! Ho rotto il piede!”
Priamo è un gigante, in tutti i
sensi. Un gigante di 100 chili; per lui uscire fuori da lì, da quel
posto magnifico e maledetto, trascinandosi su col solo piede sinistro
aiutandosi con mani e sedere su per la scarpata franosa,
aggrappandosi a rami secchi e a pietre instabili, arrivare alla
strada è stata un'impresa da gigante. Dolore, giramenti di testa,
sete, stanchezza lo buttano, letteralmente, a terra. Quando torno giù
al torrente a prendere acqua per riempirgli le borracce, non guardo
neanche la cascata, ora si pensa ad altro, a uscire di là, da quella
realtà pesante, disallineata e tornare di qua, dove gli eventi
seguono le linee previste.
La realtà è deragliata e in un
attimo tutto è cambiato. La natura presenta l'altra faccia, quella
dura; anche il tempo va per conto suo e ci si ritrova in un'altra
epoca, in cui si sale senza ascensore, si cerca aiuto senza telefono,
ci si affida alle proprie forze e a quelle del gruppo, che gli
uomini, in quell'epoca, erano meravigliosi e in caso di bisogno si
aiutavano senza indugio; ci si affida anche alla fortuna, che, quando
sei là fuori, niente è più sicuro; al primo errore può seguirne
facilmente un secondo. A mio padre, Cesare, fu fatale il secondo
errore, quel salto disperato per cercare di rimediare al primo e
scappare alla furia delle acque.
Ma quando le conseguenze sono
rimediabili, resta il ricordo di una giornata magnifica quanto dura,
un album di fotografie e uno di radiografie. È l'altro lato della
vita, quello che la completa; che dà un senso e un valore allo stare
di qua seguendo le nostre linee prefissate, che dà un significato
speciale al gruppo di amici ... e, beh, anche la birra ha tutto
un altro sapore.
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