Sono finito in un frattempo.
Il frattempo è uno spazio libero nella
quarta dimensione, nel quale si può vagare senza inciampi o spintoni. È un entità labile che deve restare libera: appena si decide di occuparlo con un progetto, il frattempo sparisce
e riprende il solito scorrere del tempo.
È qui, nel frattempo, che, secondo
Giuseppe, succedono le cose migliori. Meglio anche dell' “intanto”,
che è troppo breve e quasi sempre è altrove.
Nel frattempo c'è una sala con delle panche per
stare seduti in attesa ma ci si può anche
alzare, uscire fuori da quelle quattro pareti sporche del fumo delle
mille sigarette fumate lì, nel frattempo, e guardarsi intorno senza nessuna fretta;
si possono osservare con tranquillità i particolari, delle cose,
delle persone e riconoscere, fra mille volti, un compagno di
frattempo con cui scambiare un sorriso complice mentre fuori il mondo corre via veloce. Si possono fare cose
apparentemente senza senso, che assumono un significato, lontano dalla logica comune, solo lì, nel
frattempo.
Nel mio frattempo ho ritrovato il
piacere di salire e scendere le scale di corsa a due a due senza
dolori alle gambe (i colleghi forse pensano che sono impazzito); di
accompagnare amiche a fare una corsetta, sentirle ansimare e godere
della loro fatica; di imbracciare una chitarra, tentare una melodia e
vedere cosa ne esce fuori … e sono solo all'inizio.
L'ecocardio di controllo sarà il 9
giugno. Difficilmente ne verrà fuori qualcosa di nuovo ma, nel
frattempo, …
Nessun commento:
Posta un commento