Non
sono andato
a
votare
per un motivo semplice, che prescinde dai contenuti del quesito.
Secondo me, non ha alcun senso indire referendum su questioni
tecniche, sulle quali la maggioranza dei votanti non possa farsi
un'opinione propria. Il referendum è uno strumento importantissimo
per decidere questioni su cui tutti possano farsi un'idea: l'aborto,
il divorzio, questioni sociali, etiche, in cui sia facile
capire le conseguenze del voto e le sue implicazioni personali. Se
questo non accade e i votanti devono farsi spiegare quali siano le
conseguenze del voto, dovrebbero almeno essere in grado di
comprendere se le spiegazioni che vengono fornite loro siano o meno
attendibili. In caso contrario, come nel caso di questo e di quasi
tutti gli ultimi referendum, il risultato del voto è necessariamente
condizionato dalla propaganda e perde completamente di significato.
Poi,
spesso capita che il voto venga caricato di significati che non sono
suoi, tipo: sei per le energie rinnovabili o per il petrolio? O,
ancora peggio: sei pro o contro Renzi? Se si vogliono manifestare
queste opinioni si organizzi una manifestazione, non un referendum su
un dettaglio
tecnico.
Quindi,
secondo me, questi referendum sono un uso improprio della democrazia
diretta. Se possiamo
far
decidere alla
gente
se sia
opportuno che
sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”
…
perché
allora
non
usare
i referendum per dirimere democraticamente
questioni aperte
tipo:
Volete
voi che il neutrino abbia una massa?
Oppure
per abrogare
leggi che ci
appesantiscono:
Volete
voi che sia
abrogato
il decreto del 2 giugno 1686,
noto
come
“legge di gravitazione
universale”
limitatamente
alle
seguenti parole
“direttamente
proporzionale
al
prodotto delle loro masse”
…
Viva
la
leggerezza,
viva
la
democrazia.
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