Rientrando da Fermo verso
Roma, da dove poi avrei preso l'aereo per Cagliari, guidavo la toyota
di mia madre e, passata L'Aquila, eravamo entrati nel traffico di
rientro dei romani che avevano passato pasquetta in abruzzo. Guidavo
tranquillo, parlando amabilmente; tutto il traffico era sulla corsia
di sorpasso, strapiena di automobilisti frettolosi che non
sorpassavano praticamente nessuno perché la corsia di marcia era
sostanzialmente vuota. Finalmente ecco quello lento. Mi sono spostato
anch'io sulla corsia di sinistra per passarlo ma mentre schiacciavo
l'acceleratore il motore non rispondeva. “Abbiamo un problema”,
ho detto a mia madre, “il motore non risponde”. Mi sono rimesso a
destra, ho provato a spegnere e riaccendere il quadro per capire se
fosse un problema di elettronica, ma senza risultato. La macchina
continuava a muoversi per inerzia e per la leggera discesa, ma la
velocità stava calando progressivamente. Ho acceso le doppie frecce
e mentre cercavo una piazzola di sosta, ho notato che la corsia
d'emergenza stava lasciando posto ad una corsia di decelerazione per
un'uscita. Mia madre ha detto “forse è finito il gasolio, la spia
lampeggia”. L'ultima tacca dell'indicatore di livello del
carburante si accendeva e spegneva in continuazione come a voler
comunicare qualcosa. L'uscita che avevo notato, in realtà, era una
stazione di servizio. Ho tolto le doppie frecce e messo la freccia a
destra. Come sono bravo!
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