Ne va della salvezza del pianeta. Devo
consegnare alla base questo chip elettronico con informazioni di
vitale importanza prima che i nemici riescano ad inserire un codice
falso.
Bang! Qualcuno mi sta sparando! Scappo
verso il mare e comincio a nuotare furiosamente. Mi sono addosso!
Prendo botte, cercano di annegarmi ma non mi lascio sopraffare, lotto
per sopravvivere e finalmente riesco a districarmi. Quando esco
dall'acqua dall'altra parte della baia, sono sfinito. Mi guardo
dietro e mi stanno ancora inseguendo. Sono in tanti. Ancora di più
ne ho davanti: tutti uguali, vestiti come me in nero neoprene,
provano a precedermi alla base con un chip identico al mio contenente
false informazioni.
Salgo sulla bici e spingo come un
dannato, devo arrivare prima di loro. Sudo, fatico, soffro; i muscoli
delle cosce sono in fiamme ma non posso fermarmi: devo resistere per
il bene dell'umanità! Dopo avere attraversato le montagne e lottato
contro il vento, sono stremato ma, mollata la bici, devo ancora
correre. Appena raggiungo un nemico e penso di potermi rilassare ne
appare un altro avanti a me. Sembrano infiniti! Ma ecco che, con le
ultime energie, supero l'ultimo. Comincia a montare dentro di me una sensazione di
piacere che si mescola alla sofferenza e, piano
piano, la sovrasta. Gemo di soddisfazione. La base è finalmente
raggiunta. È fatta. Sono un eroe! Gli applausi del pubblico mi
accompagnano mentre passo il chip sul rilevatore. Sto godendo.
Mi volto. Ecco il nemico: arriva
battuto e sarà fischiato ed imprigionato per aver cercato
malvagiamente di impedirmi di batterlo … ma applaudono anche lui!
Incredibile: mi sorride e mi abbraccia!
Forse allora non è così malvagio …
forse non ho salvato il mondo … il punto d'arrivo di questa lunga
corsa somiglia tanto al punto di partenza … FORSE HO SOLO GIRATO IN
TONDO! Finalmente, su un pannello di plastica scura, vedo il mio
riflesso, seminudo e ansimante e capisco:
Mi sono solo sparato un altro atto di
autoeroismo.
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