La
velleità sarebbe ripetere i tempi dell'anno scorso: 40' nel nuoto,
2h43 di bici e 1h26 di corsa, per finire in 4h55. Con quel tempo,
l'anno scorso sono arrivato a pochi secondi dal primo della categoria
dei cinquantenni, un triatleta svizzero, e avrei quindi qualche
possibilità di arrivare primo di categoria e vincere l'iscrizione al
triathlon medio del Bahrain. Il nuoto e la bici mi sembrano
fattibili. Invece l'1h26'01” nella mezza – 4'06” al chilometro
– sembra facile ma proprio non mi riesce.
Ci
ho provato venerdì, per 13 chilometri secchi (senza prima uscire in
bici) e ci sono andato vicino ma con affanno. A nove giorni dalla
gara, una persona assennata avrebbe rinunciato al Bahrain e ripensato
agli obiettivi. Io ho dato la colpa alle scarpe, ne ho comprato un
nuovo paio velocissime e ci ho riprovato domenica: 6 km dopo 80 di
bici tirati, e li ho fatti a 4'11 arrivando con le viscere rivoltate.
La distanza dall'obiettivo è così palese che, a 7 giorni dalla
gara, anche uno stupido avrebbe rinunciato al Bahrain e ripensato
agli obiettivi. Io ho dato la colpa all'alimentazione, comprato 2 gel
e ci riproverò in allenamento e poi in gara. Le ambizioni della
testa non saranno seguite adeguatamente dalle gambe. La testa partirà
in avanti a 4'06, lasciando indietro i piedi. Mi sbilancerò e cadrò
per terra; lo svizzero, con altri cento, mi calpesterà e andrà a
vincere. Ma almeno ci avrò provato.
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