All'uscita
dall'acqua gli
amici e il me stesso di Roth sono tutti avanti, ma li lascio
allontanare con un sorriso. Al primo ristoro, prendo una lattina di
camomilla. Ha uno strano sapore amarognolo ed è
molto frizzante ma ho sete e me la scolo. All'improvviso il sorriso
mi si trasforma in un ghigno e con le mascelle strette, faccio
strusciare i denti superiori contro quelli inferiori per renderli più
affilati. Le vene del collo e delle cosce si gonfiano
Quando
raggiungo Federico, non lo azzanno perché siamo amici ma per
contenere la salivazione sono costretto ad ingurgitare un'altra
lattina di quella camomilla. Fuori uno. Via verso il prossimo
obiettivo. “Magno, me te magno!” Le schiene dei concorrenti sono
“muletas” e ogni volta che ne supero uno lo guardo in viso per
verificare l'identità della mia vittima.
Negli
avanti e indietro lungo il percorso, finalmente incrocio Andrea.
È molto più avanti di me e non potrei mai raggiungerlo. Provo a
confonderlo dicendogli che ha sbagliato strada, ma lo avevo già
fatto a Roth e non ci casca più. Allora gli dico che, secondo me, ha
il sellino troppo basso di due centimetri. Si volta per guardare
sotto, mi dice “sai
che forse
hai ragione?” e finalmente si ferma per cercare una chiave
dinamometrica per effettuare l'operazione. Fuori due.
Continuo
a spingere sui pedali come un forsennato all'inseguimento degli altri
due. Centinaia di sorpassi ma niente. Arrivo alla seconda transizione
con la bava alla bocca e gli occhi strabuzzati, infilo le scarpe da
corsa e via a tutta. Dopo qualche chilometro incrocio Magno. Lo vedo
che corre benino ma è chiaramente stanco. “Ora gli do il colpo di
grazia” penso. “Oggi è sabato!” gli urlo. Lo guardo, continua
a correre per un po' con aria pensosa poi si ferma scuotendo la
testa. Ha capito il mio messaggio. Tutte le tabelle di allenamento
settimanale che ha seguito finivano la domenica ma la gara è di
sabato. O ricomincia gli allenamenti da capo o corre domani. Fuori
tre.
Incontro
Francesco che è quasi arrivato al traguardo. “Sono 41.5” gli
dico. “Sai che ci stavo già pensando?” Mi dice sorridendo. E al
bivio per raggiungere il traguardo non gira ma continua per un altro
loop. La lunghezza effettiva del percorso, invece dei 42.2 km
previsti, è solo di 41.5. Sapevo che Francesco non si sarebbe mai
fermato senza prima avere percorso tutta la distanza prevista. Meglio
fare un giro in più.
Arrivo
stremato, e mi lascio cadere a terra con la schiuma alla bocca …
Sono primo dei sardi, ma non c'è soddisfazione: comincio a
realizzare di non essere stato proprio corretto con gli amici. Mai
fidarsi delle camomille che ti danno in gara … forse avrei dovuto
portare la mia nella borraccia.
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