Le prime volte sono eccitanti, hanno un
gusto forte, nuovo e sorprendente, leggermente asprigno e piccante.
Dopo i primi cinquant'anni, le “prime
volte” cominciano a scarseggiare. I secondi cinquanta si popolano
di “ultime volte”. Invece di imparare, si disimpara o, più
semplicemente, passa la voglia o, ancora più semplicemente, finisce il tempo.
Anche le ultime volte hanno un gusto
particolare, complesso, con un retrogusto amarognolo ma, in fondo,
piacevole che ce le fa godere di più.
Facendo girare al contrario il nastro
della vita, le ultime volte diventano prime anche se il suono sembra
diverso: parte smorzato e finisce di colpo. La prima è netta, l'ultima
è sfumata e a volte si ripete con l'eco. Quante ultime sigarette
sono state fumate o quante verginità riacquistate?
Comunque sia, quest'anno andrò a
correre il passatore consapevole che sarà l'ultima volta. Quando
affronterò quella lunga salita, in qualsiasi condizione, fatica,
caldo, freddo … passerò ogni paese, ogni tornante, ogni maledetto
chilometro con la consapevolezza del fatto che non accadrà mai più.
Il sollievo dell'ultimo giro si mischierà a quel pizzico di
tristezza che sempre accompagna gli addii, ma la nostalgia non mi
toglierà un bel sorriso di liberazione. E, se ci arriverò, sarà la
prima e ultima volta che correrò nel silenzio della notte fra le
lucciole dei corridori e quelle degli insetti, e al piccante della
prima si unirà l'amarognolo dell'ultima in un tripudio di sapori.
Non vedo l'ora.
L'ultima.
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