“Solo andata o andata e ritorno?”
“Andata e ritorno, grazie”
Domenica si va in gita a Santadi.
Siccome si torna in giornata, conviene fare il biglietto di andata e
ritorno: si fa la fila in biglietteria una volta sola e costa meno.
L'andata passa veloce piena di
aspettative. Sarà la solita gara: la bellissima Gran Fondo del
Sulcis, con i suoi 25 chilometri di strada sterrata immersa nella
foresta, la salita a arcu su Schisorgiu e poi la picchiata verso
Pantaleo, l'arrivo con la banda che suona … Riuscirò a
trattenermi per conservare qualche fibra muscolare intatta per il
ritorno? Difficile; impossibile se sentirò odore di podio. Il
ritorno si nutre di ricordi. Sazi della giornata appena passata, la testa si piega piano piano fino ad appoggiarsi sulla tendina del
finestrino. Saranno 25 chilometri corsi al rallentatore, con le
macchine degli atleti che tornano alla base che ci passeranno accanto
sollevando nuvole di polvere … quando arriva la mia fermata?
Vesciche, senso di svuotamento; la testa si piegherà cercando
l'appoggio della tendina ma i finestrini saranno tutti aperti. Altra polvere. L'aria
è incondizionata. Le gambe continueranno a girare passo dopo passo
sempre più stanche e dolenti. Devono girare: ho pagato il biglietto.
Eccolo. Andata e ritorno.
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