Lunedì sera, mi ha chiamato Ivan:
“Domattina salgo al Corrasi; vuoi venire?” “Mi piacerebbe molto
ma non posso … domani lavoro … forse potrei … perché no? In
fondo le ferie sono fatte per questo … vengo!” In dieci secondi,
il mio futuro prossimo è cambiato radicalmente e chissà che non
possa avere conseguenze anche su quello remoto.
Fantasia-improvviso in Me minore e Ivan
per piano, forte e sole.
Mi ritrovo all'improvviso sul monte
Corrasi. Striscio il badge e, come per magia, entro in un ufficio
incantato, con pareti di calcare bianco, boschi secolari, voragini
senza fondo, grandi branchi di mufloni che si muovono veloci per
mantenere le distanze, cristalli di ghiaccio modellati dal vento in
forme mai viste. Superata la cima, la neve copre tutto,
inghiottendo il sentiero. Le uniche tracce sulla bianca distesa, sono
le impronte di un cane solitario che come un angelo ci guida preciso
sul sentiero; con le zampette ha scalfito la neve giusto quel tanto
per farci da guida senza rovinare l'incanto del monte imbiancato di
fresco, dove noi, invece, sprofondiamo fino al ginocchio. Ho i
pantaloncini corti e le gambe nude affondano nella neve ma, come in
un sogno, non sento freddo. Sembra un sogno ma sono magie che
succedono quando le prospettive cambiano all'improvviso.
Sento un forte gusto di libertà.
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