Andando in auto con Checco
verso Santu Lussurgiu, vediamo il Montiferru spruzzato di bianco
nella parte alta. Il cielo è completamente sereno e si preannuncia
una giornata splendida. Il percorso del Montiferru Winter Trail sarà
lo stesso dell'anno scorso ma a differenza di allora, quando
l'acqua cadeva e restava in sospensione creando coltri impenetrabili
alla vista, oggi è abbondantissima ma resta tutta a terra, in mille
forme: ruscelli, pozzanghere, fango, ghiaccio e neve … tanta neve.
In compenso il cielo è terso e salendo da Santu Lussurgiu verso le
cime del Montiferru, la vista diventa sempre più ampia e splendente,
illuminata dal riflesso della neve.
Nel punto più alto, a su
Mullone, la visuale raggiunge uno dei culmini di tutta la Sardegna,
tanto che il grande geografo Lamarmora, usava quel punto come vertice
trigonometrico. Vale il viaggio e merita una sosta. Credevo che
sedersi sul vertice di un triangolo fosse doloroso, invece mi è
piaciuto … guardate come godo!
Si prosegue, scendendo nei
ricchi boschi. Con Gianni, compagno di servizio scopa, chiudiamo la
gara seguendo gli ultimi atleti. Io sono Mike 4, lui Mike 5. Le
nostre radio di servizio gracchiano, raccontando strane storie di
ambulanze fantasma, ristori liquidi senz'acqua … sarebbe più
piacevole non avere coscienza di ciò e, magari, ascoltare un po' di
musica ma non si può cambiare stazione. Poi, in fondo è utile
sapere che dobbiamo fare affidamento solo su di noi e sul nostro
zainetto, sulle nostre risorse fisiche, mentali e tecnologiche e
sulla natura. Il ristoro liquido della sorgente naturale di Elighe
Uttiosos infatti non ci ha abbandonati e sprizza acqua con
generosità. La natura non tradisce con tutto il suo splendore e la
sua durezza.
Mike 5 resta con l'ultimo
atleta e io corro avanti per sfogare l'istinto e per vedere la
situazione dei 5 o 6 atleti poco avanti a noi; mi assicuro che stiano
bene e che abbiano la lampada frontale, perché il rischio di
arrivare col buio è grande. Poi mi fermo e aspetto. Riparto e
riaspetto. Le attese sono sempre più lunghe e siamo sempre più in
ritardo rispetto alla tabella di marcia che avevo preparato per
arrivare entro il tempo limite. Ma Pierpaolo lo sa. Ha già
preventivato un'ora di ritardo. Si impegna; in discesa corre ma io lo
supero camminando. All'ultimo ristoro approfittiamo dell'enorme
camino acceso per farci riscaldare qualche pezzo di pancetta arrosto,
avanzo del pranzo e qualche calzino fraAdicio. Dopo un quarto d'ora
Pierpaolo riparte. Dopo un altro quarto d'ora ripartiamo anche noi,
Mike 4 e Mike 5, io con in mano una braciola e in gola un mezzo
bicchiere di cannonau.
Grazie a Pierpaolo,
arriviamo in cima all'orario perfetto per ammirare le mille sfumature
di un tramonto magnifico, dal momento in cui il sole sfiora il mare,
fino all'ultima luce. Mi assicuro che, oltre alla lampada frontale,
lui abbia anche la traccia gps da seguire e batteria sufficiente per
arrivare in fondo. La segnatura non è catarifrangente e al buio
quasi non si vede. Abbiamo tutto e, quando all'ultimo presidio
esprime la volontà di proseguire, mi adeguo, pronto a passare due
ore e più a lottare contro neve e fango, con i piedi nell'acqua
gelida, con il freddo che l'umidità notturna infila sotto i vestiti
e con la sua sofferenza che arriva al limite della sopportazione ma
con il sostegno e la sicurezza della tecnologia. Stavo immaginando un
finale simile a quello di Baunei, con l'arrivo dell'eroe nella notte
ma la parte epica di questa storia resterà nella mia immaginazione.
La direzione di gara prende la saggia decisione di fermare la nostra
intrepida marcia notturna e ci chiede di rientrare con un mezzo della
Protezione Civile.
Intanto Mike 5 si era
buttato giù per la discesa, sperando di andare più veloce della
rotazione terrestre e arrivare in paese prima del buio. Non aveva
traccia gps né lampada frontale ma, seguendo i nastri con la luce
del cellulare e grazie alle sue risorse, è riuscito ad arrivare
anche lui.
Un'altra bellissima giornata
piena di vita e ricca di particolari è registrata sul grande libro
dove, fino a prova contraria, mi restano altre 16814 pagine da
scrivere.