Dopo aver portato decine di
topi sui sentieri del trail di Capoterra, ora siamo alla “fase 2”,
quella in cui prima di essere messo in commercio, il prodotto
dev'essere provato su esseri umani consenzienti per valutarne
l'efficacia ed eventuali effetti collaterali. Hanno risposto
all'annuncio una decina di cavie: Maria Cristina,
Marta, Alessandra, Caterina, Silvia, Tiziano, Pompeo, Efisio, Roberto
e Stefano, che saranno accompagnate lungo tutto il protocollo di
studio da noi dell'istituto nazionale d'atletica Capoterra: io,
Marco, Lello, Nello, Bruno, Carlo, Luca e Tonino e da due cavie
sopravvissute alla “fase 1”: Tore e Checco.
L'esperimento consiste nel
portare i volontari lungo le varie fasi del protocollo di studio per
registrarne le reazioni, studiare gli effetti del percorso sul corpo
e sulla mente umana e trovare la posologia ottimale: 15 o 30?
Single
su e giù dall'Osservatorio
Sui primi saliscendi si notano i primi effetti collaterali su due
portatrici sane di suola liscia, Cristina e Marta. Prendo nota di ciò
che mi sembrava ovvio ma non lo è: raccomandare calzature adeguate o
esperienza equivalente. Solo con un cervello risuolato in vibram da
lunga esperienza di montagna, si può, infatti, fare a meno della
tacchettatura della suola, come ben dimostra Checco sempre a suo agio
con i sandaletti.
La casa bianca dov'è previsto il ristoro, pur essendo l'unica
costruzione nel giro di molti km, non è proprio bianca bianca e
Bruno, a bordo dell'auto ristoro non si ferma. Prendo nota di ciò.
Dovremo passare una mano di bianco per evitare che l'equivoco si
ripeta in gara.
Tore riesce a convincere Pompeo, Efisio e Silvia a provare il
dosaggio massimo e a seguirci lungo il percorso della “30 km”.
Ci dividiamo. Mentre gli altri tagliano per la “15 km”, io, Tore,
Nello, Luca e Checco ci infiliamo con i 3 volontari, nel single della
catena. Non registro nessuna protesta. Nessuna reazione neanche
quando dopo 3 km di single ci troviamo a 200 metri da dov'eravamo
passati 4 km prima. Perfino Nello si astiene dal pronunciare l'atteso
“is callonisi”. Pare quindi che girare a vuoto negli anfratti dei
monti piaccia.
Quando usciamo a s'enna, troviamo Carlo e Bruno con l'auto-ristoro.
Lì la strada è chiusa da una sbarra, non potevano sbagliare oltre.
Single di Pala Niedda
Al di
là di s'enna sa craba si entra nel mondo selvaggio. Si perde di
vista il mare, Cagliari, ogni traccia di civiltà … non si vede
altro che alberi e rocce. Si deve lasciare perfino la sicurezza della
copertura telefonica, che è la copertina di Linus dell'uomo moderno
ma questo distacco è proprio uno dei princìpi attivi della terapia.
Si arriva al punto più alto di tutto il percorso. L'effetto
euforizzante di vedere il mondo ai propri piedi ricompensa la fatica
di salire. La foto ricordo ne prolungherà l'effetto. Le cavie sono
contente. Funziona!
Single di Scillaras o
della “nostalgia”
“La
distanza si fa sentire” mi dice Nello. Probabilmente ha nostalgia
di casa. Dopo 20 km si comincia a pensare alla distanza, alla strada
percorsa e quella che manca a casa. Le gambe sentono nostalgia del
divano, lo stomaco di una bella pastasciutta di quelle che faceva la
mamma con acqua e farina e della birra ichnusa senza schiuma.
L'abbraccio del bosco però è affettuoso e consolatorio si
sostituisce a quello della mamma e, una volta tornati a s'enna,
nessuno approfitta dei comodi sedili imbottiti per scendere con la
mia auto, a parte Luca, ma solo perché l'auto non voleva scendere da
sola. Nessuna cavia vuole scendere dalla ruota! Forse non sanno bene
quello che li aspetta … Ma che brave cavie che ci sono capitate!
Single Inferno o sinfonia
Le
discese sono musica. Bisogna imparare a suonarle. Ogni discesa ha il
suo ritmo, la sua armonia. I nostri passi pigiano sul terreno come le
dita sui tasti di un pianoforte, anche se, qualcuno prova a suonarlo
col sedere. Lo spartito è lì, con le pietre, le variazioni di
direzione e di pendenza. La discesa lungo il single “inferno” è
una sinfonia.
Liscio,
sassoso, ripido e meno ripido, … , si alternano tempi “andante
con moto” e “allegro con brio”. Ognuno però ne dà
un'interpretazione personale: Nello, per esempio, lo interpreta come
una “marcia funebre”, Tore, invece, come un ”allegro furioso”.
Ai
buoni interpreti della corsa in discesa piacerà da morire. Gli altri
potranno almeno intuirne la bellezza … Chissà perché i ciclisti
chiamano questa sinfonia “inferno”. Guardo Silvia e capisco.
Provo ad immaginare Maria Cristina e Marta con le loro suole lisce e
la poca familiarità con lo strumento e mi viene un brivido. Per
fortuna sono con Marco, Lello e Tonino; sicuramente saranno scortate
a dovere. Poi con loro c'è Stefano che, ammesso che sopravviva, è
medico.
Single delle maledizioni
L'asfalto
non è un'opzione. Il protocollo è chiaro. Sarà un trail
caratterizzato dai single track e i penultimi 500 metri in asfalto
possono essere evitati benissimo con un divertente single che
costeggia, su e giù, il perimetro delle case. L'asfalto col suo
liscio piattume schifoso non è un'opzione. La mancanza di opzioni
semplici è uno dei punti più controversi della terapia: di sicura
efficacia presenta però alto rischio di effetti collaterali. Ecco
infatti che quegli strappetti al 20% al trentesimo chilometro
sembrano una punizione eccessiva per i peccati commessi, la medicina
sembra troppo amara e partono le maledizioni. Ne sono consapevole.
Sono pronto a raccoglierle con un sorriso. Sono io il responsabile!
L'asfalto però non è un'opzione. Ormai siamo alla fine e non ha
senso tornare indietro. Una maledizione e via fino al traguardo. Vi
aspetterò lì con un sorriso e una birra per voi.
La birra finale
L'ebrezza
del traguardo, poi, soprattutto se alimentata con un paio di birre
fresche, cancella tutti i pensieri negativi. Stanchezza, difficoltà
tecniche, maledizioni …, dopo la prima birra, si trasformano in
esperienze di vita; dopo la seconda si apre uno spazio nuovo nella
zona di comfort; dopo la terza, si conquista un senso della realtà
che trascende le deformità della coscienza dell'uomo moderno … .
Dopo la terza conviene fermarsi. Non ho ancora raccolto tutti i dati
ma, dai primi pareri direi che l'esperimento è stato un successo.
A breve
la “fase 3”. Cercasi cavie!
Nessun commento:
Posta un commento