Foto di Arnaldo Aru. |
Quest'anno, come l'anno
scorso, sono voluto tornare alla piacevolissima manifestazione
organizzata dai “Sarrabus runners” fra il mare e gli stagni di
Muravera. La non-competitiva parte insieme alla competitiva sullo
stesso percorso e quindi, per me è un'opportunità per riprovare le
sensazioni di gara. Quest'anno il mio spirito è più combattivo
dell'anno scorso. Allora ero un ex agonista, appena fermato dal
medico sportivo. Ora sono un vero non-competitivo che si non-allena
con un certo impegno. Dopo uno stop estivo, ho ripreso a correre da
un mesetto e, a differenza dell'anno scorso, quando correvo solo
dietro alle farfalle, quest'anno ho alternato corse sfarfallanti con
altre un po' più intense. Non è stata una decisione razionale. È nata un
po' così, come desiderio di movimenti rapidi, sangue che scorre
veloce, aria in faccia e vento nella barba. Andare veloce è più
divertente. Posso farlo senza rischiare? Lo scoprirò. Intanto
vediamo l'effetto che fa.
Per l'occasione, ho
rispolverato le nike che usavo nelle ultime gare. Sono rimasti 4
centimetri fra la spaccatura della tela a destra della scarpa e
quella a sinistra. Quando la crepa di destra raggiungerà quella di
sinistra, mi troverò con un paio di scarpe in meno e un paio di
ciabatte nuove. È una sorta di conto alla rovescia verso la
sedentarietà. Quando saranno ciabatte le userò per andare dal
divano al bagno e dalla tavola al letto ma, intanto, sono ancora
scarpe e ci corro.
Altro spirito, dicevo.
L'anno scorso, alla partenza, mi ero messo in ultima fila; quest'anno
mi piazzo in mezzo; non ho voglia di stare troppo tempo in fila
dietro a podisti più lenti; solo un po'.
Lo spirito non-competitivo
si manifesta con un agonismo sfrenato ma solo con gli altri podisti
non-competitivi. Il primo mi supera come un razzo verso la fine del
primo chilometro. Non riesco a vedere il pettorale ma
l'abbigliamento è inconfondibilmente non-competitivo: maglietta del
pacco gara di una misura troppo larga e calzoncini svolazzanti al
ginocchio. Non potrei mai inseguirlo, va troppo veloce. I
non-competitivi con la maglietta della competizione, di solito scoppiano
intorno a metà gara; vedremo. Quando mi supera il secondo con la
magliettina del pacco gara e i pantaloncini svolazzanti al ginocchio,
va un po' più piano e riesco a guardargli il pettorale e verificare che
ha lo sfondo verde della non-competitiva. Anche lui va molto più
veloce di me ma, come previsto, progressivamente rallenta; resta nel
mio campo visivo e lo punto come un falco. Nel passaggio sugli argini
dello stagno, mi avvicino a lui fino a raggiungerlo; mi accodo e
appena la strada si allarga, lo supero e, forzando un po', riesco a
staccarlo. Non-competizione furiosa! Il mio principale concorrente,
comunque, è un altro. Ha anche lui il pettorale verde anche se
canottiera tecnica e pantaloncini “compression” ne tradiscono il
passato da agonista: sono io, il mio cuore e le mie gambe. La sfida è
restare sotto i 4'30 al minuto senza scoppiare e la vincerò bene. Ci
sono anche tanti amici agonisti con cui condivido con piacere qualche
pezzetto del percorso. Vedo Francesco che esce misteriosamente da un cespuglio; mi
piacerebbe finire con lui ma non mi segue e io ho una non-competizione
da vincere. Vedo, con molto piacere, anche la schiena di Antonio che
ha ripreso da poco a correre con la protesi all'anca. Anche qualche
anno fa gli vedevo la schiena ma eravamo fra i primi. Ancora più
bella della schiena di Antonio è l'accoglienza di Agnese negli
ultimi metri e poi di tutto il pubblico all'arrivo. L'ho finita in
47', 5' in più del tempo che avevo impiegato 2 anni fa. Eppure ne
sono orgoglioso. Non mi devo confrontare con quel Lorenzo lì, due anni fa era
tutto più facile. Sono, invece, 4 minuti in meno dello sfarfallante
51' dell'anno scorso. Allora, quando mi avevano chiamato sul podio
per il secondo posto, dietro ad un ragazzino, volevo sprofondare, non
sentivo di meritare alcun riconoscimento (link). Ora, invece, quando sento il mio nome mi fa proprio piacere. Se fossi
stato agonista, sarei comunque salito sul podio come terzo di
categoria. Questo podio, quindi, lo merito; l'ho conquistato dopo una
dura non-competizione e ci salgo su gonfio d'orgoglio.
A proposito, ho vinto un
buono di 30 euro da utilizzare per l'acquisto di calzature nuove. Non
credo che da “The Runaway” vendano ciabatte. Mi toccherà
continuare a correre …
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