È una gara a cui sono affezionato. È
vicina a casa, organizzata bene da amici, veloce, serale, c'è birra
e tanta gente stupenda. Mi piace la bella “piazza del popolo”
trasformata in salotto, il passaggio a Nora … e poi è piena di bei
ricordi.
22 gennaio 2012. 1h18'50”
Ho anche il mio primato a
Pula. Ricordo che l'avevo preparata in 16 giorni. Il 6 gennaio ci
doveva essere la maratona di Alghero che poi è stata ridotta ad una
30 km a causa di una bufera di vento. Così, in 16 giorni, oltre a
recuperare la fatica, ho fatto 4 allenamenti per passare dai 4' al km
della maratona ai 3'45 della mezza. Ovviamente ho mescolato tutto con
allenamenti in bici per il triathlon e per altri obiettivi stagionali
nel mio tipico mix di atleta super-amatoriale. Se non fossi stato così
dilettantistico, se fossi stato consigliato da un allenatore, se
avessi fatto lavori specifici inseguendo quell'obiettivo per mesi, se
fossi stato seguito da un nutrizionista, se avessi fatto diete
senz'alcol, perdendo la gioia del cibo ... forse ora avrei un primato
sulla mezza di 1h16 anziché di 1h18. Ma, a parte che mi sarei
divertito di meno, che differenza avrebbe fatto? Il primato mondiale,
ricordo, è 58 minuti. Viva il divertimento!
A proposito di tabelle di
allenamento fantasiose, nel 2015, a meno di una settimana dalla 100
km del passatore, pur di non saltarla e con l'idea di correrla
lentamente, l'ho trasformata in un triathlon medio. Sono partito alle
14, nuotando 1500 metri nella baia di Nora e pedalando poi per 90 km
fino a Teulada, nel vento forte per arrivare alla partenza della gara
già stanco. La chiusi sfinito ma comunque relativamente bene, in
1h25, entrando anche in premiazione come secondo di categoria.
Il passatore poi è
andato com'è andato ma intanto mi sono divertito e non ho rimpianti.
Ieri, queste cose del passato mi circondavano; quello che si è fatto resta in testa e ripercorrendo gli stessi luoghi, si attivano collegamenti sinaptici che arricchiscono quei luoghi di sensazioni remote risvegliando le emozioni passate.
Intanto pensiamo al
futuro, ai ragazzi della squadra: Francesco di 12 anni e Alessandro
di 10. 7 km non è una distanza che alleniamo. Secondo i manuali, a
quell'età le gare non dovrebbero superare il chilometro. A parte le
questioni tecniche, vorrei però trasmettere ai ragazzi anche quello
spirito di divertimento che, secondo me, dovrebbe essere l'elemento
trainante dello sport. Francesco parte ad un buon ritmo, Alessandro
va più piano. Seguo Francesco fino al primo km e poi aspetto
Alessandro. Al terzo km, quando tutti cominciano a rallentare, mi
trovo Alessandro a fianco; ha aumentato decisamente il ritmo e
comincia il divertimento. Superiamo come pazzi. Mi ricordo quando da
bambino partecipavo alla “stratorino” senza nessun allenamento,
partivo in coda e poi superavo, superavo, fino a sfinimento. 100
metri avanti a noi vediamo anche Francesco che ha rallentato
sensibilmente. La stanchezza si fa sentire e Alessandro mi dice che
si fermerebbe un po' a camminare. “Rallentiamo la corsa senza
fermarci” gli dico “vedrai che ti riprendi”. E infatti basta un
minuto di corsa tranquilla per ricominciare ad andare veloce.
Raggiungiamo Francesco. “Forza, segui il mio ritmo” e anche lui
mi si accoda slalomando fra tanti atleti più lenti. Raggiungiamo
anche il padre di Alessandro, partito 3 minuti prima per la mezza:
“largo alle nuove generazioni!” Ultimo chilometro, ecco il corso,
in leggera discesa verso il traguardo e, finalmente, dietro una curva
spunta l'arco blu; “andate, è ora dello sprint!” E mi mollano,
correndo, velocissimi, fino all'arrivo.
Foto di Rita Firinu |
Nutro il mio orgoglio
della loro soddisfazione, mi sento parte di questa bellissima
impresa; sono sicuro che resterà loro in testa come un seme e che
sboccerà in qualche momento del futuro.
Ieri a Pula, passato e
futuro si sono mescolati, componendo un bellissimo presente.
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