Il cordone ombelicale con il mondo è
improvvisamente interrotto. Ogni minimo problema diventa enorme
perché tutte le soluzioni possibili sono improvvisamente collassate:
impossibile chiamare amici per avere aiuto, impossibile consultare
internet, forse basterebbe farsi prestare un cellulare carico da un
passante per chiamare ... chi? L'unico numero che ricordi a memoria è
il tuo, gli altri sono rimasti prigionieri del silicio. E ti trovi lì, con la sola
forza della tua intelligenza che non hai mai usato per risolvere
problemi – smart senza card, e la sola memoria molle del tuo
cervello dove hai evitato di immagazzinare dati rilevanti. Ti ritrovi
così in una specie di coma semiprofondo e non puoi fare altro che sederti su una panchina tenendo attive le funzioni vitali di base, in
attesa di aiuto.
Ieri, non avendo visto arrivare
Francesco con l'ultimo pullman da Cagliari, ho provato a chiamarlo al
cellulare ma risultava scarico. Ho allora immaginato la scena e sono
andato a cercarlo sulle panchine della piazza della stazione, dove
infatti l'ho trovato seduto con lo sguardo fisso nel vuoto.
Nessun commento:
Posta un commento