Il pettorale è interessante: N°17, il
numero della fila che manca sugli aerei perché potrebbe farli
cadere. Io non sono un aereo e non me ne curo anche se poi, a
posteriori, quando me lo fanno notare, collego strani circuiti
mentali. Più importante è il bollino rosso ben visibile a sinistra
del numero. Purtroppo non è il pass per un locale sexy. Per fortuna
non è neanche un avviso di traffico intenso, anzi, col bollino rosso
sul pettorale si evita il traffico dei quasi duemila podisti in
partenza per destinazioni balneari, grazie all'accesso alla griglia
riservata a noi “very important podist”.
Dietro la rete, si accalca la plebe
podistica e ci guarda con aria aggressiva. In particolare uno
spilungone di nome Teo mi ha adocchiato e mi fa gesti minacciosi. Non
faccio in tempo a dire “speriamo che non tolgano quella rete se no
ce li troviamo addosso”, che le gabbie dello zoo vengono aperte. Ci
sono addosso e la temperatura si alza immediatamente di 4-5 gradi;
per fortuna dopo pochi minuti si parte. Siamo in lievissima discesa,
con un leggero vento a favore e mi sembra di correre veloce ma chiudo
il primo km in 3'56 e sono già in ritardo rispetto all'obiettivo. Mi
rendo conto che sto respirando troppo facilmente e allungo il passo.
Raggiungo il gruppo di testa della gara femminile, stanno facendo
gara tattica. Anch'io vorrei ma non posso fare gara tattica contro me
stesso, maledizione, contro me stesso funziona solo il massacro. Poco
prima del quinto chilometro, il percorso gira, tornando indietro
verso il punto di partenza e proseguendo poi verso il mare e verso
l'origine dei venti. Il mio passo rallenta e vedo il gruppo delle
donne, con anche Francesco e l'intero podio della mia categoria
allontanarsi avanti a me. Viaggio appena sotto i 4' al km, il fiato
non è molto impegnato ma non riesco proprio a spingere a sufficienza
per stare dietro a loro. Anche tutto il lungo-poetto lo percorro alla
stessa velocità accomodato in un gruppetto di 4-5 atleti; ogni tanto
provo a fare selezione ma mi seguono tutti.
Poco dopo il tredicesimo
chilometro il percorso lascia il lungomare per inoltrarsi nel parco
del Molentargius. Si cambia direzione rispetto al vento e finalmente
riesco ad aumentare il ritmo. Finalmente riesco ad avere il fiatone.
Finalmente stacco tutti quelli del mio gruppetto e vado a raggiungere
e superare atleti. Finalmente sto correndo a 3'50 al chilometro.
Finalmente mi diverto davvero a sfogare tutte le energie spingendo
indietro l'asfalto. Finalmente sono tornato giovane. Finalmente vedo
Francesco che si avvicina, lo raggiungo, prova ad accodarsi ma è in
affanno e si stacca anche lui. Sono ormai 6 chilometri che spingo a
3'50, la stanchezza comincia a farsi sentire ma sono al
diciannovesimo, ne mancano solo due e avrei ancora abbastanza energie
per resistere a quel ritmo e forse coronare il mio obiettivo di
scendere sotto 1h22'. Sennonché, dal numero 17 del pettorale parte
una fitta che mi colpisce dietro la coscia destra e mi costringe a
rallentare fin quasi a fermarmi. È una contrattura muscolare e non
posso certo forzare. Passeggiando verso il traguardo |
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