I 100 km in bici sono un passaggio
obbligato per arrivare a 180: senza 100, infatti, da 99 risulta arduo
passare a 101 e oltre … .
Mi sfuggono. Sarà perché “100 km”
rievocano il passatore, ma sono ormai un paio di mesi che ogni volta
che decido di fare il lungo da 100 per vari motivi devo rinunciare.
Domenica mattina mi aveva fermato il
mal di pancia. Stamattina anche. Dopo tre giorni perfino i mal di
pancia cominciano ad avere una loro dignità. Hanno diritto ad un
nome – il mio potrei chiamarlo “gastrite” – ad una paternità
e a qualche attenzione e carezza. Dovrò stare un po' a dieta. Per
cominciare, rinuncio al caffè e inzuppo i biscotti in un bicchiere
d'acqua. Dopo una notte passata a massaggiarmi lo stomaco, un bel
caffè mi avrebbe aiutato a diradare questa nebbia. Cerco, con un
SMS, l'ultima conferma. Neanche gli amici escono stamattina per
impegni di lavoro. Uscirò, forse, con loro nel pomeriggio anche se
ormai ci credo poco. Mentre vado al lavoro in macchina comincia a
piovere. Qualche goccia riesce a penetrare dentro l'abitacolo andando
a cadere fredda e pesante frai peli del braccio sinistro. Vedo un
ciclista che si ripara sotto la pensilina dell'autobus. Dalla nebbia
emerge un solo pensiero: “per fortuna ho steso il bucato sotto la
tettoia”.
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