Cronache dal pianeta Marche
C'è acqua su Marche. Le foto delle
sonde e l'analisi spettrometrica facevano sospettare che quella
distesa opaca fosse costituita in gran parte d'acqua. Finalmente la
conferma sperimentale: c'ho nuotato dentro.
La grande scoperta è nata per una mia
esigenza particolare. Il pianeta trentino si era rivelato poco adatto
alla preparazione per il triathlon di Isili. Tuffi nella pioggia
battente e qualche bracciata nell'erba alta bagnata non bastavano a
garantirmi 40 minuti di sopravvivenza in un ambiente ostilmente
liquido come il lago di Isili. Allora, di passaggio per il pianeta
Marche a 6 giorni dalla gara, ho deciso di verificare l'effettiva
presenza d'acqua per farmi un paio di nuotate.
La ricerca è stata breve e fruttuosa.
Sono andato a cercare nella zona della controversa “linea
tratteggiata” visibile in tutte le foto delle sonde spaziali.
Ricordo ancora lo scalpore suscitato dall'ingenuità dell'astrofisico
americano che aveva tagliato la foto lungo la linea tratteggiata
mandando in fumo una missione spaziale costata milioni di dollari. In
realtà, quei tratti che che tanti dibattiti avevano suscitato, non
erano altro che file di scoglietti a schiera immersi in un liquido
beige. Nonostante il colore sospetto, i miei ultimi dubbi sono stati
fugati dalla presenza di kitesurf, pancioni pelosi e venditori
ambulanti: era il mare.
Ho preso coraggio e mi sono tuffato. Le
mani protese in avanti sono subito sparite nel mare nebbioso. I peli
centimetrici sulle braccia mi hanno permesso di misurare una
visibilità di circa 30cm, non sufficiente per evitare di incagliarmi
più volte con la pancia. Con la punta delle dita sentivo la sabbia,
cambiavo stile di bracciata facendo passare le mani radenti alla
pancia, poi tentavo qualche bracciata di nuoto asciutto, strisciando
finché, per non far la fine di un cetaceo arenato, ero costretto ad
alzarmi con l'acqua alle caviglie. Quasi ad ogni schiera di scogli,
ogni 100m circa, c'è una secca. Come in piscina, si tocca e si
ricomincia a nuotare. Anche contare le schiere di scogli, come si
contano le vasche, non è una cattiva idea: almeno al ritorno,
contando a ritroso, si ha qualche speranza di ritrovare
l'asciugamano.
Non è stato certo un gran piacere. Se
non altro però, se a Isili non sarò preso dalla vertigine
dell'abisso che l'acqua trasparente può suscitare, dovrei
sopravvivere.
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