Al nostro masochista piace soffrire ma non tutte le sofferenze sono uguali, altrimenti se la caverebbe con una semplice martellata sui genitali. Lui predilige le sofferenze lunghe e sottili. Lo possiamo immaginare il venerdì sera che decide cosa fare durante il week-end: “potrei andare a passare la notte sdraiato nudo su quelle rocce appuntite erose dal vento … no, troppo poco doloroso … forse allora potrei invitare tutti gli amici e i compagni dei miei figli per una grande festa, facendo scegliere la musica a loro … no, va bene soffrire ma non esageriamo; ecco, trovato: correrò un'ultramaratona!”
Io? Non sono masochista anche se, a dire il vero, spesso finisco per soffrire. Faccio esperienze che a volte finiscono male e non vorrei ripeterle ma che colpa ne ho se la sofferenza nei ricordi si trasforma in gloria? Parto sempre con la ferma intenzione di non soffrire ma che colpa ne ho se sono velleitario? Insomma, forse sono masochista a livello inconscio ma più probabilmente sono solo solo un po' tonto. E voi?
Il test: sei masochista?
- Ti sei mai puntato il pettorale direttamente sul petto?
- Hai mai partecipato ad una gara con la quasi certezza di soffrire?
- Secondo te, c'è qualcosa di eroico o di bello o almeno di dignitoso o anche solo di non troppo stupido nel soffrire come cani per portare a termine una gara?
le sofferenze lunghe e sottili.. eccolo lì.. il masochista... sull'ultimo terzo di gara.. quando feci la prima Abetone pensai proprio quello.. negli ultimi km inventerò qualcosa.. sono proprio masochista.. lo sapevo..
RispondiEliminaGrande Davide!
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