Sul mio diario ho scritto:
“Su invito di un amico, ho scritto un raccontino per un contest. Lo trovate, insieme a quelli concorrenti, al link qui sotto. Per votare basta mettere un "like" all'immagine contenente il racconto. Siccome, almeno in teoria, dovrebbe vincere il racconto migliore e non quello il cui autore ha più amici su FB, vi invito a leggere anche gli altri e a votare il migliore”. Con un po' di ipocrisia, confidavo che trovassero migliore il mio o che lo scegliessero a prescindere.
Quando ho visto che uno dei concorrenti aveva molti più “like”, sono andato a vedere cosa avesse scritto su FB:
“Votatemi mettendo un like sotto
il mio racconto”.
Secco. E i contenuti? Non dovrebbe
vincere il migliore? Ci ho riflettuto un po' e il giorno dopo l'ho superato dal basso con un post ironico:
“Adesso basta con i buonismi, se no rischio di fare servizio
scopa anche al contest trailletterario.C'è in palio un pranzo non posso farmi superare così, senza combattere. Ci sono i conchiglioni ripieni, cacchio. E' partita la salivazione e devo andare velocemente fino in fondo altrimenti rischio di inondare la tastiera.
Fate vedere che amici siete, aiutatemi a conquistare l'agognata seada: andate al link qui sotto, cliccate sul mio racconto e votatelo. Non state a leggerlo, non serve a niente o, se proprio volete, leggetelo ma PRIMA di leggerlo mettete il like che magari poi vi fa schifo. Spammate, condividete e, se vinciamo, uno di voi, sarà estratto a sorte per accompagnarmi al pranzo. Maialetto arrosto, mica scherzi! Si mangia bene, si mangia tanto, si mangia tutti! E' una promessa elettorale, badate bene. Votate votate votate!”
Anche se era evidentemente scherzoso, mi sentivo di avere venduto l'anima per il pranzo gratis. Ma la mia anima non ha un grande valore di mercato. Giusto una ventina di “like” o poco più.
Mezz'ora dopo, sul diario FB dello stesso concorrente compare il seguente messaggio:
Il mio post sarcastico era stato plagiato e trasformato in uno pseudo-simpatico con tutte le faccine! Sono rimasto sbalordito. Uno che vuole vincere un concorso “letterario” e che, per di più, si definisce sportivo, si riduce a copiare i messaggi di un concorrente! Peggio di me!
Ho smesso di lottare. Ero già troppo in basso e non potevo scendere oltre, neanche per un
pranzo gratis. Ho votato il suo racconto e tutti gli altri tranne il
mio e sono rimasto a bocca aperta a guardare la stupefacente guerra
che infiammava le pagine di FB. Cosa non si farebbe per un pranzo
gratis!
I racconti? Nonostante non avessero la
minima rilevanza per l'esito del contest, li ho letti tutti. Io avrei
votato il mio, non perché fosse scritto meglio degli altri ma perché
l'ho scritto a mio gusto, sintetico e con un minimo di struttura
narrativa. Ce n'era un altro scritto decisamente meglio, che forse
avrebbe meritato la vittoria ma un po' piatto per i miei gusti.
Forse, al terzo posto, avrei messo quello dell'amico plagiatore.
Raccontino un po' banale ma arricchito da qualche bella immagine
poetica che riesce a far perdonare persino banalità tipo: “vado
veloce a tratti sotto i cinque minuti a Km”. O forse no. Per
esempio: “Ci si arrampica in fila indiana tutti colorati su uno
sfondo di verde brillante e tutte le sfumature di colori di una
primavera esplosa” è una bella immagine poetica, peccato però
che quella mattina il cielo fosse coperto da una spessa coltre di
nubi e pioggia e foschia rendessero tutto grigio e spento. “La
primavera non c'entra un cazzo”, avevo scritto io, più
prosaicamente. Dove avesse visto tutto quel fulgore primaverile è un
mistero. Si era fumato qualcosa? Ecco, vedete? Mi è scappata l'invidia perché ha vinto e, maledizione,
i conchiglioni ripieni li mangerà lui.
Bon appetit!
Verde brillante? Foto di Nicola Dessì |
non vorrei fare il disfattista, non è da me, ma purtroppo mi sembra tutto in linea con la deriva che ha preso la nostra società
RispondiEliminaFaccia a faccia la gente e' migliore. E' su facebook che vige l'etica del pollice.
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