La mattina, dopo colazione,
per iniziare bene la
giornata,
seguo una certa ispirazione
e mi faccio una bella
cagata.
Non è che “mi scappa”,
e dove va?
È che è una cosa bella,
che mi va.
Chiudo a chiave che se mi
vedon
con sta faccia non ho scampo
Bello e comodo mi siedo,
scaldino acceso, c'è pure
campo
che se mai ciattare volessi
le idee migliori nascon sui
cessi.
C'è campo ma non c'è
tempo.
Già si muove un bel getto
sodo e morbido al contempo
che mi accarezza ileo e
retto.
Scorre, scivola, va via,
con la dolcezza di un addio
Il primo non è pasta al
sugo rosso
ma un preludio. Fuori il
secondo!
Suona il gong e arriva il
terzo, quello grosso
che si tuffa con un suono
cupo e fondo;
è il gran finale, questo è
certo,
di un bellissimo concerto.
Stacco un mezzo foglio
di carta, do una bella
passata,
poi la osservo con orgoglio
ancora bianca e profumata,
col candore e la purezza
d'una cagata di gran
bellezza.
Guardo in giù, son molto
contento.
Non è solo senso di libertà
ma anche di vita e
godimento;
è forse questa la
“felicità”?
Boh. Resta aperta la
questione
che è già partito lo
sciacquone.
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