Foto di Gavino Sole |
“Sarà una bellissima
giornata di sole, di sport, di festa …”. Si cercano motivazioni.
Provo a coinvolgere i bambini della squadra o, meglio, i loro
genitori ma sono tutti impegnati. Poi provo a coinvolgere i
vecchietti della squadra ma, a parte Fabio e Vitalia che avevano già
deciso di partecipare, manco loro mi danno retta. Poi provo a
coinvolgere me stesso. Almeno io dovrei ascoltarmi. Dopo una lunga
trattativa, mi prometto di partecipare alla non competitiva di 7 km.
Domenica mattina però mi
sento molto stanco. Non partecipo mai ad una competizione, anche se
non-competitiva, senza adeguata preparazione. Questa l'avevo
preparata molto meticolosamente martedì, con il classico allenamento
“vediamo se riesco ancora a correre veloce” alternando un
chilometro lento ad uno un po' tirato per 5 volte. Essendo più di un
mese che non correvo a 4-4'15 al chilometro, mi si sono induriti i
polpacci e oggi li sento ancora di legno. Le 5 ore di trail
esplorativo di ieri, poi, mi hanno affaticato ulteriormente e per
uscire dalla “zona notte” sono costretto ad aggrapparmi alla
ringhiera delle scale. Ho anche mal di gola e mi cola il naso. Forse
farei meglio a restare in zona notte ad aspettare il prossimo
tramonto ma lì fuori, in zona giorno, ci sarà “una bellissima
giornata di sole, di sport, di festa …”. Basta scuse,
Molentargius, arrivo!
Salgo in auto e stacco il
cervello; per una volta, mi fa piacere sentire la voce della
signorina tom tom che interrompe la musica e mi guida con la sua voce
dolce ma decisa. Poi, dopo il secondo giro intorno all'amsicora
decido di riattaccare il cervello per interpretare in modo critico
quel suo “svolta leggermente a destra per continuare su asse
mediano” perché, altrimenti, continuerei a girare lì intorno fino
ad esaurimento del carburante. In un modo o nell'altro, eccomi qui.
Doveva essere festa e festa
è. Mi immaginavo di stare lì in un angolo di un divano a guardare
gli altri ballare ma no, mi butto anch'io nella mischia e la
stanchezza sparisce. Le chiacchiere si interrompono e parte la gara.
Come da istruzioni aspetto dietro l'arco giallo che partano tutti i
competitivi e poi via anch'io. Qui dietro c'è poco spazio per
correre ma mi diverto a slalomare fra i più lenti, mi sembra di
essere forte. Ho l'impressione che se avessi spazio sufficiente
potrei correre come un fulmine ma quando, dopo il primo chilometro,
lo spazio si libera ho già esaurito il meglio delle energie. Non
importa. Continuo a superare fino al bivio che separa gli atleti
agonisti dai non competitivi e, improvvisamente davanti non vedo più
nessuno. Al ristoro mi fermo a bere con calma; mancano stimoli:
vorrei qualcuno da inseguire, da superare ma sono solo. Riparto
pensando a raggiungere dignitosamente il traguardo. Dovrei essere fra
i primi della non competitiva, forse sul podio e sarebbe già una
soddisfazione. Finalmente vedo uno davanti a me che cammina; è un
ragazzo in crisi. Lo incito, ormai l'arrivo è vicino. Ecco il
traguardo! Il pubblico mi applaude e lo ringrazio. Tre atleti sono
già arrivati e sono tutti ragazzini!
I primi 5 della non competitiva, dalle foto di Arnaldo Aru
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