Vagando per sentieri della val d'Aosta,
mi è capitato di vedere il segnavia “Tor de Geants” e mi sono
partiti pensieri strani. Ho provato ad immaginare i 330 km del Tor e
a confrontarli con i 20 della passeggiata di oggi. Bisogna cambiare
prospettiva e fare amicizia con il mal di gambe e il sonno, compagni
di viaggio inevitabili. Durante una gara così, non si può evitare
di trasformarsi in zombie; bisogna imparare a correre e a divertirsi
come zombie e io, in questo, sono già avanti. Cammino pensando a
come lo affronterei. Non esiste allenamento adeguato. Probabilmente
la scelta più sensata sarebbe partire piano piano, con poco
allenamento, e allenarsi strada facendo durante le 150 ore di gara.
Due giganti sono lì vicino a me, mezzi vestiti di nuvole, mezzi
nudi. Il monte Rosa e il Cervino. Giganti che trasmettono la forza a
chi partecipa, tanto che quelli che finiscono il Tor pensano che quel
“Geants” sia per loro. La testa continua a vagare e non si ferma
neanche quando sono tornato a casa. Guardo il sito web della gara,
partendo, appositamente, dal fondo. Guardo i premi di categoria e
penso che potrei puntare a quello riservato agli ultra sessantenni.
Studio il percorso che da Courmayeur riporta a Courmayeur dopo 330 km
e 24 km di dislivello lungo le 2 alte-vie che fanno il giro della val
d'Aosta. Sono molto legato a Courmayeur. Lì vicino è morto mio
padre, e giace lì, tutto intorno, sparso per quella montagna gigante
che amava tanto e che lo ha ucciso. Partire ed arrivare proprio lì
sarebbe un'emozione fortissima. Studio gli orari. I 6 punti vita
intermedi potrebbero essere usati come basi per le 6 notti, per farsi
almeno una piccola dormita ogni 24 ore. Le iscrizioni non richiedono
punteggi particolari; c'è una preiscrizione ed un sorteggio e anche
se il primo anno le probabilità di essere ammessi sono basse, c'è
un meccanismo che le fa raddoppiare di anno in anno, garantendo ai
volenterosi e tenaci come me, la partecipazione quasi certa nel giro
di 3-4 anni. Per i 60 anni ce la farei di sicuro.
Manca un ultimo piccolo particolare, un
dettaglio insignificante per molti ma non per me. Immagino già la
frase, ma prima di leggerla sono voluto arrivare in fondo a questo viaggio mentale.
“Un certificato medico valido di idoneità sportiva agonistica
indicato per le discipline di resistenza e riconosciuto nel proprio
paese di residenza è obbligatorio per convalidare l'iscrizione”
Fra i giganti Cervino e Rosa c'è il
col di Nana; io ero lì, nano con la testa fra i giganti a fare una
bellissima piccola passeggiata: il mio piccolo “Tor de Nana”.
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