Ho sprecato due sabati girovagando
per il supramonte di Orgosolo, solo per ritornare, dopo ore e ore, al
punto di partenza.
Sono uscito a correre alle 4:30 di
notte, faticando, incespicando e cadendo fino a vedere il sorgere del
sole, invece di rigirarmi piacevolmente fra le lenzuola.
Quasi tutti i giorni, invece di
accumulare energie mangiando in mensa, me ne andavo in giro per i
monti a consumarle.
Tutte le sere sono stato costretto a
bere un paio di birre per reintegrare i fluidi corporei persi a causa
dell'irraggiamento diretto del sole sula pelle.
Sul duro calcare, ho stracciato
scarpe da 100 euro (stile alpino), unghie da 10 euro (topino delle
unghie) e tabelle da un euro e mezzo (cartoleria).
Ho ricomprato le tabelle in
cartoleria e finalmente ho capito che 3x2 non è altro che 6 (in
cartoleria avevano solo le tabelline per bambini: piccole ma
estremamente chiare ed esaurienti. Neanche Albanesi parla mai del
7x8=56)
E, infine, il sacrificio per
antonomasia. Il dislivello del calvario è circa 50 metri; per otto
giorni consecutivi ho salito l'equivalente di 20 volte al giorno il
calvario per un totale di circa 160 “via crucis” e mi sono
buttato altrettante volte giù per la discesa.
… ma quanto mi sono divertito?