È
domenica. Alle 15 comincia la tappa del tour o la partita di calcio
o lo spettacolo al cinematografo
o qualsiasi altra cosa. Di domenica, comincia tutto al pomeriggio.
L'ideale sarebbe entrare nella macchina del tempo, impostare il
contapecore, sdraiarsi sul lettino, appoggiare la testa al cuscino,
farsi una bella dormita, svegliarsi a mezzogiorno e ritrovarsi subito
nel pomeriggio. Ma, cazzo, sono le 8 e sono già in piedi. Non sono i
bambini che mi hanno svegliato. Loro non sono più bambini e se ne
stanno molto volentieri chiusi in camera; forse è stato lo stomaco o
questa macchina del tempo ormai vecchia. Ora sono io che avrei
piacere a passare un po' di tempo con loro ed entro furtivo nelle
loro stanze a guardarli dormire. Poi scendo le scale, rischiando di
inciampare nel gatto che, come tutte le domeniche, mi si butta fra i
piedi con istinto suicida. Entro in bagno e ne esco 10 minuti dopo
con in mano le parole crociate o la carta igienica e la testa persa in
una definizione. Mi sprofondo sul divano a riempire caselle cercando,
inutilmente, il giusto equilibrio fra noia e fatica. Metto un CD ma
un film noioso non diventa bello solo per la colonna sonora. Il
cruciverba è finito, potrei iniziarne un altro. Potrei anche leggere
un libro o guardare un film ma ormai sono davvero poche le cose che
mi sorprendono e stimolano.
E
fra queste non c'è il giardinaggio.
Non
mi resta che uscire a fare sport.
Nessun commento:
Posta un commento