Menù classico dei buffet post gara ma
presentato in un'innovativa variante “stile ospedaliero” e
degustato in location panoramica (arrampicati su una scala)
Se magna!
Non c'è né passione nel cibo né
comfort nel ristoro (solo una trentina di sedie per circa duemila
natiche stanche)
Rapporto qualità prezzo: mediocre
Bilancio calorie ingerite - calorie consumate: zero
Giudizio sintetico: mezzo maiale
Ultimo assaggio 9/3/14. La patata lessa
scondita può essere considerata l'emblema di questo buffet, come il
podista bollito lo è stato per la mia gara.
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E' pronta la pasta? |
Grazie alla mia lunga esperienza di
buffettaro, io so che all'arrivo il pranzo non è mai pronto. Allora
vado pianino, lasciandomi superare dai miei fantasmi inesperti che si
affannavano tanto per arrivare prima solo per aspettare più a lungo
dopo, e da 6 o 7 atleti della mia categoria per poter raggiungere
subito il buffet senza rischiare di restare bloccato in attesa delle
premiazioni. Ed infatti, alle 12 e 30, in perfetto orario
ospedaliero, sono già pronto per mangiare. Non c'è fila, siamo
ancora in pochi, ma le sedie sono ancora meno e ci appollaiamo
diligenti su una scala, ognuno sul suo gradino, come piccioni; per
compensare l'astinenza da podio, ho scelto il gradino più alto, con
vista sul cortile ma non c'è gloria quassù. La patata lessa evoca
discorsi ospedalieri: si parla di terapie, malattie, speranze di
guarigione. Non c'è gioia nella patata, non c'è passione nei
malloreddus e non c'è amore nel vitello arrosto. È solo nutrimento,
niente di più.
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