Dopo 7 mesi d'astinenza, le braccia sinistre dei maschi italiani possono finalmente uscire, a penzoloni, dai finestrini delle auto e abbandonarsi mollemente al tepore dell'aria. È arrivata la primavera!
Anch'io sono un maschio italiano, ho un braccio sinistro e l'ho seguito fuori, ma molto fuori, penzolando fra i monti. I fiori della macchia, sfiorati nell'intimità di un sentiero strettissimo lasciano nuvole bianche di polline. Sono tutto inseminato e ho l'humus sulla testa. Ho fatto l'amore con la foresta e accetterò le conseguenze del mio atto di libidine. Cresceranno arbusti e avranno il mio profilo ... intanto mi sono germogliate idee fiorite nel cervello.
Con l'aiuto di Tonino, ho trovato il passaggio che cercavo e il Trail 2020 sarà ancora più bello.
sabato 23 marzo 2019
mercoledì 13 marzo 2019
Trail del Marganai. Un magnifico viaggio.
Il pullman partirà dal nuraghe s'omu e
s'orcu fra 20 minuti. Si va alla fermata senza fretta, corricchiando
più per scaldarsi che per urgenza. Ma non potevano mettere la
fermata più vicina al parcheggio? Siamo già stanchi prima di
partire. Questi nuragici non capivano un granché di urbanistica.
Gente primitiva.
In queste poche centinaia di metri non
si parla solo del viaggio che stiamo per fare. Il comandante è bravo
a presentarmi la cosa e mi si apre la prospettiva di un nuovo
lunghissimo viaggio. Ne ho già altri 3 o 4 prenotati ma questo
sarebbe qualcosa di più.
Ma ecco il maestoso nuraghe circondato
da una settantina di atleti colorati e festosi. Mi siedo sui sedili
in fondo, dove, quand'ero ragazzo, ci si sedeva per fare casino;
sembravano fatti apposta: 5 sedili in fila, lontani dall'autista e
dalle madame rompipalle che si siedono sempre nelle prime file. Ora
che sono grande, spero che non ci siano giovinastri casinisti, per
questo viaggio preferisco che diventi il mio tranquillo salottino.
Si parte.
Chi si siede con me? Alberto, Marina,
Claudia, mi avevano detto che avrebbero viaggiato con me ma sono più
avanti. Corrono tutti come se avessero fretta, tranne tre che
camminano. Saranno loro i miei compagni di viaggio. Ci presentiamo:
Lino, Andrea, Lorenzo. Quasi subito ci si affaccia dal finestrino per
ammirare la volta della grotta di San Giovanni; ci sono già passato
molte volte ma è un luogo straordinario e non ci si fa mai
l'abitudine.
Non mi piace molto parlare, preferisco
ascoltare, soprattutto quando mi trovo con persone competenti,
intelligenti, spiritose e con grande esperienza e Lino lo è. Dopo un
paio d'ore di salita, si ferma, si toglie la gamba per asciugare il
sudore che, colando, si era accumulato nella gomma fra il moncherino
e la protesi … non vi avevo detto che ha la gamba destra amputata
da sotto il ginocchio; è un particolare appariscente ma poco
significativo. È una grande persona e basta.
Sui sedili in fondo con Lino e Andrea. Foto Giovanni Paulis |
Avanziamo lentamente ma il tempo passa
piacevolmente chiacchierando qui nel salottino mentre fuori dal
finestrino scorrono alberi e panorami sempre più ampi, miniere
abbandonate, maestose pareti rocciose … Le chiacchiere si
interrompono solo lungo le salite più ripide, quando il rombo del
motore affaticato sovrasta il suono della voce. Stiamo per arrivare
al tempio di Antas, dove Lino e Andrea si fermeranno. Lino organizza
un arrivo sprint al ristoro per fingere di aver corso tutto il tempo
e dopo esserci fermati dietro l'angolo a prendere fiato, partiamo di
corsa per gli ultimi 50 metri. Non solo salotto, quindi, ma anche un
pizzico di goliardia da ultima fila.
Quando riparto, sono rimasto solo e
devo correre per inseguire l'altro pullman. Mi fa piacere sgranchire
le gambe dopo essere stato 7 ore e mezzo seduto a chiacchierare. Si
corre bene, prima lungo un bel falsopiano panoramico e poi fra le
suggestive rovine di Malacalzetta. In meno di un'ora raggiungo
Marinella accompagnata da Marco, di servizio spazzola. Faccio in
tempo a scambiare solo 2 parole con Marinella che arriviamo alla
fermata ed è costretta a scendere anche lei. Anche Marina e Claudia
si sono fermate qui e davanti a noi è rimasto molto spazio libero.
Ripartiamo con Marco all'inseguimento
di una fantomatica atleta inglese.
La primavera ci circonda; l'aria è
profumata, il cielo è terso; sono condizioni ideali per viaggiare,
per vivere. Solitamente, quando si arriva in un posto particolarmente
panoramico, la gente si ferma a fare una foto e io a fare una
pisciata. Questa volta le ho fatte entrambe …ecco la vista da uno
dei bagni più belli del mondo.
Dopo un'ultima dura salita, il sentiero
scende veloce e molto divertente da correre. Finalmente raggiungiamo
l'inglese accompagnata da Luigi di servizio spolverino. Appena vedo
l'inglese in faccia capisco che è polacca; lei in discesa cammina.
Ci risediamo nel pullman, all'ultima fila, scopa, spazzola e
spolverino a scortare la giovane polacca. Riesco a farle dire, in un ottimo inglese: "Tutto bene, mi fanno solo male le dita del piede". Poi si rimette le cuffie e riprende il libro che stava leggendo. Ormai manca poco, giusto il
tempo di chiudere la borsa e scendere dal pullman e … che
accoglienza! Ci hanno fatto una bellissima festa e anche un magnifico
regalo.
È stato proprio un bel viaggio, di
quelli che “conta più il viaggio che la destinazione” anche
perché dopo 11 ore, siamo tornati al punto di partenza. Il posto,
quindi, è lo stesso ma siamo cambiati noi, ci siamo arricchiti di
conoscenze, di luoghi straordinari e persone eccezionali; non solo
gli altri: il bello di questi viaggi è che insegnano a vedere
qualcosa di eccezionale anche in noi stessi.
sabato 9 marzo 2019
Trail del Marganai - preview
E dopo la bella sgambata "veloce" del
trail dei cervi, domani tornerò al mio placido mestiere di scopa.
Correndo veloce, con lo sguardo fisso in avanti, si calpestano molti
particolari; si lotta contro il tempo mentre, avanzando lentamente,
il tempo diventa un ottimo compagno di viaggio.
Avremo 10 ore e mezza per finire i 55
km entro il tempo limite: un “sacco di tempo” tutto da riempire.
Potrebbe sembrare troppo grande ma ce la faremo; in certi posti, in
certe occasioni, per quanto il tempo sia grande, si riesce sempre a
riempirlo tutto. Sono tanti i particolari da raccogliere ed infilare
in quel “sacco di tempo” che non si perde tempo a cercarli. Ci
metterò, ben arrotolati, i 55 km di percorso che, moltiplicati per
la distanza degli orizzonti, fanno tantissimi chilometri quadrati di
spettacoli naturali; ci metterò la compagnia degli ultimi, le loro
sensazioni e le mie ben mescolate, che così si esaltano meglio: un
po' di sfida, una briciola di preoccupazione, un pizzico di
curiosità, la giusta dose di sofferenza e tantissimo piacere. Ci
metterò la primavera, i suoi odori, i suoi colori, lo sguardo
sfarfallante di fiore in fiore, la pelle che si scopre e quel
continuo tic-tic di fotoni sulla pelle che risveglia gli ormoni dal
letargo invernale. Ci metterò la sensazione dell'ossigeno che entra
nei polmoni e scorre nel sangue, colmandomi di energia vitale.
Non vedo l'ora di essere lì, domani;
sono sicuro che mi porterò a casa quel sacco ben pieno di vita
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