Mi sono offerto per fare
il servizio scopa a due ultratrail di 50 km e a un trail da 35.
Ho però un dubbio
esistenziale. Più che scopa, al punto in cui sono, mi sento
aspirapolvere. La scopa è dritta, secca, non presenta rigonfiamenti.
L'aspirapolvere invece, al centro dell'elemento strutturale, presenta
un sacco che tende a gonfiarsi. Ecco, guardo in giù e vedo
chiaramente il sacco rigonfio. Sono aspirapolvere, non c'è dubbio.
foto da: http://www.montiferruwintertrail.it/vi-racconto-il-k50-del-montiferru-winter-trail/ |
Si comincia il 24
febbraio, fra 4 giorni, con i 50 km del Montiferru winter trail.
Da primo della 27 a
ultimo della 50
Altri spazi. 3
anni fa avevo partecipato alla 27km. Avevo vinto la gara anche perché
i più forti si confrontavano sulla 50. Mi rimase però il desiderio
di fare la 50 perché il percorso della 27 era rimasto nel bosco,
senza raggiungere le ampie radure della parte alta, fra le cime
vulcaniche. Ora mi rifarò. Questa volta si va in cima non una ma 2-3
volte. Si gira con arzigogoli arditi il territorio per coprirne una
buona parte di superficie. Nel bosco, 27Km*10m di profondità di
sguardo sono solo 0,27km2. Dove invece finisce il bosco e
lo sguardo spazia si fa il pieno di superfici, si riempie il sacco
dell'aspirapolvere di chilometri quadrati.
Altri tempi. I
tempi si dilatano: dalle 2h17 del 2015 alle 10h di tempo massimo per
la 50 di sabato prossimo. Ci sarà tempo per un'immersione completa
nella natura, in me stesso e nella compagnia occasionale prolungata
degli ultimi atleti. 10 ore da passare con la mia schiena, le mie
gambe, il mio cuore. La schiena mi è di compagnia, si fa sentire, mi
fa le previsioni meteo e misura il numero di passi e la loro
intensità, credo che faremo amicizia.
Da 12km/h a 5km/h. Oltre
alla quantità di cose da vedere anche la permanenza accanto ad
ognuna di esse sarà più che doppia. Gli alberi, le rocce, i
panorami, si arricchiranno di mille particolari. Il Montiferru, con i
suoi boschi, le sue rocce vulcaniche, la sua acqua, la sua storia e
preistoria è un territorio terribilmente ricco e affascinante pieno
di alberi da abbracciare, viste da urlo, giochi d'acqua … ne ho
sentiti tanti urlare dall'emozione e poi cadere ai suoi piedi. Io non
urlo ma assorbo, aspiro. Al peggio sentirete l'urlo disperato di un
aspirapolvere intasato.
Altra socialità.
La superba solitudine dei primi sarà sostituita dalla forte
socialità degli ultimi. Fra i primi c'è rivalità; si cerca,
sportivamente, di prevalere sugli altri. Fra gli ultimi, invece,
ognuno lotta contro sé stesso e negli altri cerca alleanze, aiuti
per superare i propri limiti. Si creano situazioni di mutuo supporto,
di simbiosi che poi sono difficili da sciogliere, anche dopo il
traguardo. Ci si completa a vicenda, diventando qualcosa di più
grande. Ne avrò bisogno anche io; sarò lì per trascinare ed essere
trascinato, per immergermi completamente nella natura, in me stesso e
simbioticamente negli altri e aspirerò, aspirerò.
Ad ogni respiro aspirerò
quell'aria piena di significati e ne assorbirò l'essenza buttando
fuori solo fiato umidiccio. Ne uscirò con il sacco pieno di pezzetti
di roba come quella polvere che si struttura in meravigliose nuvole
solide; un po' gonfio ma sazio e migliore.
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