Non ho nessuna esperienza pedagogica ma
sono uno “scienziato” capace di osservare fenomeni e
razionalizzarli e mi ci è voluto poco per capire che i bambini
contengono uranio-235. Basta concentrare un certo numero di bimbi in
uno spazio limitato e agitare leggermente che essi entrano in
risonanza innescando una reazione a catena che sprigiona energia
nucleare. Da dove esce tutta quell'energia? Come fanno, quegli
esserini così piccoli a sprigionare megatoni di gioia urlante?
Uranio-235, non c'è dubbio. Io, per ottenere il massimo del
risultato nell'insegnamento dell'atletica, cerco di lavorare in
questo caos supercritico. Basta infatti indirizzare anche solo una
piccola parte di quell'energia pazzesca verso l'obiettivo pedagogico
desiderato per ottenere risultati impensabili. Certo che indirizzare
quell'energia verso l'apprendimento delle tabelline potrebbe essere
complicato. Indirizzarla, invece, all'apprendimento di attività
motorie appare quasi naturale. Sotto massa critica sono più attenti,
ordinati, silenziosi ma si stancano subito, vanno più piano, hanno
male di qua e di là. In condizione supercritica, invece, la
stanchezza non esiste, dopo ogni caduta si rialzano senza un lamento,
corrono come dei fulmini e non si fermerebbero mai.
Ogni cambio di gioco richiede lo
spegnimento e la riaccensione della reazione con dispendio energetico
dell'istruttore e l'utilizzo di dosi massicce di fischietto ma ne
vale la pena. Ogni volta sembra un miracolo. Pigiare il bottone
d'innesco e guardare esplodere la gioia infantile è uno spettacolo
terribile e bellissimo allo stesso tempo. Si deve tenere ben saldo il
controllo della barra di piombo (fischietto), perché quando le urla
superano un certo livello, anche il suono del fischietto rischia di
fondersi con il nocciolo, mister whistle perde il controllo e
l'esplosione potrebbe uscire dalla palestra; è rischioso e faticoso
ma ne vale la pena. Per dirigere quell'orchestra scatenata ci
vorrebbero megafono e tappi nelle orecchie ma ormai mi sto
ambientando nel personaggio dell'istruttore ingegnere atomico e,
immerso nell'urlo continuo dei bimbi, mi sento quasi a mio agio.
“Urlate sottovoce che se no svegliate i vostri compagni che stanno
facendo lezione!” Guardo le maestre temendo uno sguardo di muto
rimprovero per la battuta irriverente e per il caos. Qualcuna non
capisce, cerca di intervenire e tentando un “in fila per uno”
resta travolta, reagisce e rovina il gioco, altre sorridono
divertite. È dura ma ne vale la pena. Loro sono il futuro e il caos
è il metodo. E come se ne vale la pena!
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