Appuntamento obbligato di fine
stagione. Per il quarto anno consecutivo, rispondo molto volentieri
all'invito degli amici Gigi e Efisio a questa bella gara sui
saliscendi del colle San Michele di Cagliari.
Il Natale si avvicina e il suo spirito
aleggia, amichevole e festoso. Atleti sfoggiano corna di renna e non
mi viene neanche un rigurgito. Siamo tutti più buoni. Perfino la
FIDAL non fa pagare la sovrattassa per le iscrizioni sul posto e,
addirittura, tutti tacciono durante il minuto di silenzio in ricordo
del povero Giancarlo.
Trovo la mia posizione in seconda fila
senza dover spingere e si parte. Siamo tutti buoni e si corre con
gentilezza. Francesco passa e non reagisco. Prego, prima lei, si
figuri.
A metà del secondo giro, mi supera
anche Flavio dicendomi una parola di incoraggiamento. Improvvisamente
mi sento un rospo in bocca e lo sputo; stava crescendo lì da tempo
ma non me ne ero reso conto; era lo spirito natalizio. Le campanelle
che mi rintronavano in testa finalmente tacciono. Ora tutto è più
chiaro. Mi astraggo dal contesto generale e tutti gli atleti di
categoria diversa dalla nostra diventano comparse insignificanti.
Siamo soli io e lui a lottare per il primo posto fra i 50enni.
Guardandolo passare, confronto la sua apparente facilità con il mio
affanno e temo l'ennesima disfatta. Due settimane prima, alla mezza
di Cagliari mi aveva staccato di 4 minuti. Non mi arrendo, provo a
reagire e, compensando il disagio fisiologico con la cattiveria, lo
tengo a portata.
Foto di Giovanni Anedda |
Sfida epica per il primo posto di
categoria fra i cinquantenni. Grazie Flavio, sei riuscito a tirarmi
fuori i polmoni e una forza che non pensavo di avere. Mi sono davvero
divertito.
Altro che il dolciastro panettone. Ha
vinto lo spirito delle interiora, la trippa alla romana. Prosit.
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