“Calzini sporchi sulla tomba” è
un finale convenzionale, tipo “e vissero tutti felici e contenti”
o “amen”. Credo che si addica bene a questo referendum.
Dopo 21 km di riflessione mi sono convinto
che non esiste risposta giusta. Anche l'astensione è sbagliata. Apro
la cassetta della posta per vedere se per caso mi abbiano mandato la
tessera elettorale nuova che la vecchia è piena. Non c'è ma in
compenso trovo l'ultimo numero di “internazionale” con la
copertina dedicata al referendum. Dopo essere passato in comune a
ritirare il certificato, mi fermo in macchina in via Diaz a studiare.
Leggo le opinioni della stampa internazionale sulla questione e
scopro che anche secondo loro siamo in un'“impasse”. Non esiste
risposta giusta. Bisogna cercare la meno sbagliata e su questo anche
la stampa estera si divide. Dopo mezz'ora riparto per recarmi alla
sezione elettorale in stato confusionale avanzato.
Ecco, si sta per realizzare l'incubo!
Sono sicuro che sbaglierò risposta e appena infilato la scheda
nell'urna mi diranno “risposta sbagliata! La risposta esatta era
“...”. Non ha superato l'esame da elettore e le dovremo
trattenere il certificato”.
Invece me la riconsegnano. Forse allora
ho risposto bene. Ma non faccio in tempo a rilassarmi. Esco e trovo
la macchina bloccata da un'altra che blocca l'uscita del parcheggio.
Dopo 10 minuti arriva la proprietaria e mi dice che ha parcheggiato
lì perché dove avevo lasciato io l'auto non era un “parcheggio”.
La domanda clou che si aggira fra i miei gangli ora diventa un'altra: “cos'era quello spiazzo
asfaltato senza cartelli di divieto dove ho lasciato la mia auto?”
Grandi domande con piccole risposte.
Stasera vedremo chi vincerà e nei giorni futuri ne vedremo le conseguenze. Vedremo se arriverà il tecnico, il comico o l'idraulico, come sarà questo meno peggio, diluvio universale e calzini sporchi sulla tomba.
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