Sei
un ciclista e vuoi diventare triatleta?
Esci
in bici di sera, e nel punto più lontano del giro, quando stai
facendo inversione per tornare a casa, buca; la camera d'aria di
ricambio non l'hai portata o se ce l'hai è bucata o, ancora, se hai
la camera e non è bucata, non hai la pompa. Il telefono,
figuriamoci, quello non lo porti mai; soldi zero, e quindi devi
tornare a piedi. Sta calando la sera, e sei a 20 km da casa, ti
rimane una sola possibilità: correre!
Le
prime corse lunghe della mia carriera podistica me le ricordo bene:
una a Strasburgo, un'altra sui colli piceni. In entrambi i casi ho
corso per una ventina di chilometri, senza allenamento e con la bici
a fianco.
All'epoca
andavo in bici con le scarpe da tennis, comodissime per correre.
Adesso uso scarpe super tecniche da bici, con delle tacchette di
plastica dura o di metallo sotto la suola per agganciarle ai pedali.
Con l'esperienza, ho imparato a distinguere le scarpe da mountain
bike, le cui tacchette sono situate in una rientranza proprio per
evitare che tocchino per terra ad ogni passo, da quelle da strada, le
cui tacchette, invece, sporgono sotto la suola.
Una
sera di fine agosto del 2008, in montagna a "is Cannoneris",
a oltre 20km dalla macchina, mi è esploso il tubeless della mountain
bike senza possibilità di riparazione. Mentre mi avviavo a rientrare
camminando, ho valutato che mi restavano meno di due ore di luce e
allora, come a Strasburgo e sui colli piceni, ho cominciato a
correre, scoprendo con stupore che con le scarpe da mountain bike si
corre abbastanza agevolmente.
Nel
Settembre del 2012, un vetro si era nascosto così bene nel
copertoncino della bici da strada, che ho impiegato una settimana e
sette forature a trovarlo. Alla fine della settimana mi sono
ritrovato senza camere d'aria di ricambio e a 30 km dalla macchina ho
bucato di nuovo. In quell'occasione, ho scoperto che correre con le
scarpe da strada era impossibile. Allora ho legato la bici al
guardrail e ho fatto autostop. Prima una coppia di spagnoli, poi una
coppia di inglesi mi hanno accompagnato fino al Forte Village, a
circa 10 chilometri dalla macchina. Finita la zona turistica, finiti
gli stranieri, finiti i passaggi. Dopo una lunga attesa, mi sono
tolto le scarpe e ho cominciato a correre. Dopo 3 km ho cominciato a
sentire caldo sotto i piedi, dopo altri 2 km avevo le vesciche, ho
dovuto smettere di correre e mi sono trascinato per qualche altro km
prima di trovare un passaggio da un collega.
L'esperienza
insegna? Beh, come una maestra volenterosa in una classe di somari,
lei ci prova!
Ieri,
durante il giro su bici da strada, avevo la camera di ricambio ma non
avevo la pompa, il telefono figuriamoci, quello non lo porto mai,
soldi zero, e ho bucato nel punto più lontano del giro, quando stavo
facendo inversione per tornare a casa. Volevo diventare triatleta?
No, lo ero già. Può esserci di peggio? Sì, la foratura non era
dovuta ad una spina o ad un vetro, ma il copertoncino era così
usurato da lasciare uscire la camera d'aria, che si era bucata a
contatto diretto con l'asfalto. A pochi metri da me, in mezzo ad una
rotonda, era fermo un camioncino; lì accanto, un bel mazzo di
asparagi selvatici in bella vista sulla strada aspettava di essere
comprato da qualche automobilista di passaggio. Mi sono avvicinato al
camionista per chiedergli se avesse una pompa; non l'aveva, ma,
insieme, abbiamo cercato di risolvere il mio problema. Mi ha
suggerito di usare la camera d'aria bucata come pezza per coprire lo
squarcio del copertone e mi ha offerto un coltello per tagliarla.
Avevo in mano sia la camera bucata che quella nuova e, in un momento
di confusione, ho rischiato di tagliare quella sana. Poi, effettuata
la riparazione, mi sono messo al centro della rotonda, con la ruota
alzata in una mano, facendo il gesto della pompa con l'altra. Si è
fermato subito l'autista di un tir, che con un compressore mi ha
gonfiato la ruota. Grazie! E' stato un vero piacere trovare due
persone gentili disposte ad aiutarmi disinteressatamente; le
quotazioni del genere umano, sono risalite parecchio nel mio borsino.
Mi sono rimesso in bici molto sollevato, ma con ancora un po' d'inquietudine, temendo che la riparazione
precaria potesse cedere da un momento all'altro e facendo il conto
alla rovescia dei chilometri che mancavano alla macchina: -25 fino a
qui tutto bene -20 fino a qui tutto bene -15 sono già a metà strada
-10 se bucassi qui arriverei vivo -5 da qui me la potrei cavare con
qualche vescica -2 comincio a rilassarmi -1 ormai è fatta! 0. Dovevo
festeggiare. Mi sono cambiato le scarpe e ho cominciato a correre.
Cosa c'è di meglio di una bella corsetta con delle comodissime
scarpe da “running”, per esorcizzare il terrore di una
lunghissima corsa a piedi scalzi sull'asfalto?
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