Sono intorno al 55esimo, dicevo. Il cuore ha subito una degenerazione e per arrivare a 100 ho dovuto rallentare. Anche oggi, infatti, invece di battagliare con i primi, seguirò gli ultimi come chiudi-pista. Mi guardo intorno: Francesca, Roberta … vedo anche Donatella che potrebbe farmi compagnia. Comunque sarà una piacevole compagnia femminile che è una cosa che gradisco. Tasto le tasche bucate dello zainetto e mi accorgo di non avere la radio. Devo rientrare a recuperarla. Ricordo quella volta all’x-terra che stavo uscendo dalla zona cambio per la frazione di corsa con il casco ancora allacciato. Gara rovinata? Niente affatto. Ero in gara, come sempre, per divertirmi e quel contrattempo l’aveva resa ancora più divertente. Basta guardarsi da fuori e ridere dentro e, anche oggi, dagli occhi e dalla bocca mi scappa un sorriso solitario a tradire la risata interiore. Ne approfitto per prendermi una piccola pausa dal mio non-agonismo forzato, tolgo il freno e mi diverto a correre veloce con i piedi che fanno la molla, i polmoni che fanno il pieno d’aria profumata, il cuore che pompa … devo arrivare a 100, meglio non esagerare. Recupero la radio che avevo dimenticato sul tettuccio dell’auto e riparto 10 minuti dopo la prima partenza. L’inseguimento finisce presto e con Francesca iniziamo a salire verso la bella cresta che segue lo spartiacque fra guttureddu e gutturu mannu. Il sentiero avanza arioso e panoramico con divertenti saliscendi fra rocce e corbezzoli. Lo conosco bene. Anche ieri ero qui a pulire e segnare il percorso. Ieri, oggi , domani … voglio arrivare a 100 circondato da posti belli e da belle persone, per questo oggi sono qui. Via via che avanziamo, ci superano i primi 20 della gara corta; poi i percorsi si separano e restiamo soli, io e Francesca, circondati dalla natura meravigliosa; tutto è piacevole e il tempo passa veloce. Non sembrerebbe neanche di essere in una gara, non fosse per il fantasma di Roberta che ci precede e che evochiamo, chiedendo ai volontari da quanto sia passata: “5 minuti – non più di 10 – 3 o 4 minuti”. È uno spirito sfuggente e non lascia tracce certe. Per un istante mi appare anche qualche centinaia di metri avanti ma come è apparsa, la visione sparisce. Poi la sento evocare alla radio: “la n. 22 è passata alla postazione dell’ultimo km”. Non ce la faremo mai a raggiungerla … a meno che … a 200 metri dall’arrivo la vediamo che cammina poco avanti a noi. Questa volta è proprio lei, lì, reale. Forza Francesca! Parte uno sprint al rallentatore per il penultimo posto. Il vantaggio è però incolmabile e arriviamo ultimi che, del resto, è la mia condanna.
Arrivo ma non sono arrivato. Non faccio in tempo a fermarmi che ho già una birra in mano. Devo arrivare a 100 e ho ancora molto da correre, da festeggiare, da vivere. E si continua qui con gli amici, quelli che sanno e quelli che non sanno e proseguirò domani, poi la settimana prossima … devo arrivare a 100 e la strada è ancora lunga ma si prospetta meravigliosa.
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Foto di Arnaldo Aru |