venerdì 2 agosto 2019

Il vero lusso

La Paillote. Si mangia in piacevole compagnia per la cena sociale della scuola estiva di “molecular modeling”. Il cibo è buono, il vino non manca e il posto è molto bello, con la sua terrazza sulla scogliera di calafighera. Dopo le 23, il locale si trasforma in longue bar. Tolgono i tavoli dalla terrazza, parte la musica e compaiono donne affascinanti vestite di nero. Diventa difficile parlare e non ho bevuto abbastanza per ballare. Provo a prendere la scaletta che scende al mare ma vengo fermato: “Fino all’una non si può scendere”. Giù c’è qualcuno. Immagino che sia un magnate russo che ha pagato un milione di rubli per un paio d’ore d’intimità. Continua ad arrivare gente, il volume è troppo alto. Decido di andarmene e mentre percorro da solo la strada buia che porta a cala mosca, dove ho parcheggiato la mia auto, incrocio una ventina di auto che portano e scaricano gente verso il locale. Altri vengono a piedi. C’è una gran confusione. Poco prima di arrivare all’auto, passo davanti all’ingresso del sentiero che sale verso la sella del diavolo. Il sentiero si vede bene grazie alle luci dei locali e al faro che ogni 10 secondi, offre un lampo di illuminazione a giorno. Decido di scappare dal caos. Come il magnate russo, pago un milione di rubli per avere quella montagna tutta per me fino all’una di notte. Tolgo la camicia per sentire meglio i leggerissimi movimenti dell’aria e procedo quasi a caso fra le tante tracce che salgono su. Non incontro nessuno. Neanche coppiette o spacciatori in cerca di intimità. Il servizio d’ordine sta facendo un buon lavoro. Guardo giù e vedo che sulla strada che ho percorso poco prima a piedi ora c’è una processione continua di auto, in fila per un cocktail. Musica e rumori si affievoliscono via via che salgo e si sentono i grilli che strillano. Anche quando il sentiero si allontana dalle luci e il faro resta in ombra, la luminosità diffusa della città lascia vedere bene il calcare bianco su cui cammino e non ho problemi ad avanzare. Per avere questo paradiso tutto per me, ho pagato un milione di rubli ma ne valeva la pena. Ora il sentiero si affaccia con numerosi balconi sul porticciolo di marina piccola e si vedono le luci delle barche, del poetto e di tutta la città di Cagliari. Mi fermo a fare qualche foto e poi riprendo a salire seguendo il balcone di roccia che si affaccia sul vuoto. Il paesaggio è reso ancora più affascinante da decine di fiori di agave che si ergono spettrali. Sono decenni che non salivo qui e mai di notte; ogni cosa mi sorprende: fantasmi grigi a forma di costruzione, di croce, di formazioni rocciose … . Finalmente arrivo al limite est del tacco di roccia e, davanti a me, in basso, vedo la sella del diavolo, con la sua torre. Per procedere dovrei superare un salto di roccia e decido allora di tornare. Del resto è ora: dovrei riuscire a rientrare giusto entro l’una di notte, quando il servizio d’ordine lascerà passare l’orda di poveracci che si ammassa laggiù. Prima, però, voglio ancora approfittare di questo lusso: non ho pagato un milione di rubli solo per camminare. Cerco un posto comodo, oltre le balaustre, con vista sulle luci delle barche e sui poveretti che si ammucchiano nei pochi metri quadrati dei baretti del poetto e mi accovaccio … aaah … Che cagata di lusso!

Nessun commento:

Posta un commento