Alle 7 e 20 suona la sveglia. Fuori è
quasi buio. Si vedono però le gocce di pioggia che sbattono contro
la finestra spinte dal forte vento e quella vista mi fa venire un
brivido di freddo nonostante sia ancora sotto le morbide e calde
coperte. Fosse per me, mi sarei voltato dall'altra parte per
dimenticare quella vista e cercare il calore sotto le coltri ma ho
appuntamento con Teo ed Enrico. Controllo invano il telefono per
vedere se ci siano messaggi di rinuncia. Se Teo non molla, non sarò
io quello timoroso! Mi preparo. Arrivo a Santa Lucia con 5 minuti di
ritardo e Teo è lì che aspetta in auto da solo. Ha lasciato il
bambino Enrico a casa con la febbre. Fuori continua a piovere deciso.
Prendiamo un po' di tempo entrando in un bar per caffé e cornetto.
Il divanetto è comodo, il banco dei dolci è ancora pieno e
argomenti di conversazione basterebbero per passare una gradevole
mattinata ma Teo scalpita. Quando partiamo sta ancora piovendo.
All'ingresso dell'oasi non c'è ancora nessuno. L'Oasi è chiusa per
“allerta meteo” mi diranno. Siamo qui, almeno proviamo a partire,
poi se avremo troppo freddo torneremo indietro. 2 o 300 metri e
inizia il sentiero che sale subito ripido nel bosco. Sono bardato con
abbigliamento tecnico michelin e, a parte le dita delle mani che
escono dai guantini estivi da bici, non soffro il freddo. Un po'
d'acqua penetra ma prima di attraversare tutti gli strati si
riscalda. Scendiamo al bellissimo roccione di “sa rocca lada”.
Anche qui, come ad ogni bivio, facciamo un rapido check up per
verificare eventuali stati di assideramento ma fino a qui va tutto
bene e riprendiamo a salire. Via via la pioggia si dirada e diventa
sempre più leggera … sembra quasi … è neve! La neve in Sardegna
è speciale perché si mischia col suo candore alla macchia
multicolore, sempre vitale anche d'inverno. È divertente correrci
sopra, 5 centimetri di morbidezza che si aggiungono a quelli della
suola delle mie Hoka. Le nostre impronte sono le uniche umane su
questo pianeta. Sul sentiero bisogna fare un po' più attenzione per
i sassi nascosti ma ci divertiamo come bambini.
Quando arriviamo ad
arcu Marrocu, non nevica più e un pallido sole illumina il magnifico
paesaggio reso straordinario dalla neve; è il momento delle foto!
Con queste vedrai quanti “like” riusciremo ad avere!
Gli 8 chilometri dell'ultimo sentiero
sono tutti in equilibrio sulla cresta che segna il confine dell'oasi.
Di là i cani stanno inseguendo qualche cinghiale che, per fortuna,
non siamo noi.
Dopo 3 ore e mezza siamo di ritorno
alle auto. Per la prima volta ho fatto il giro di tutti i 6 sentieri
dell'oasi WWF di Monte Arcosu. 25Km molto belli e tecnici con circa
1500m di dislivello. Il trail ideale per non farsi sparare troppo in
una domenica di caccia grossa. Diventerà un classico ma oggi la neve
l'ha reso unico e irripetibile.
Se fossi stato una persona appena
ragionevole mi sarei perso tutto questo e avrei anche pensato di aver
fatto bene a restare nel letto a godermi il tepore di piccoli peti.
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