Dopo le esaltanti esperienze da
“trailer” torno arricchito e con rinnovato entusiasmo sulla
scomoda sedia dell'organizzatore.
I tre petali dell'anno scorso si erano
trasformati in 100, il trifoglio in margherita (secondo alcuni,
cavolfiore) e ognuno dei 100 atleti aveva fatto un percorso diverso,
seguendo il suo petalo personale. Quest'anno sarà tutto più
semplice, sinuoso ma senza incroci, topologicamente triviale come una
patata. La difficoltà principale sarà evitare i segnali appesi
dappertutto: frecce di legno e bandierine rosse, vernice arancione
biodegradabile, nastri, calce, volontari ad ogni angolo, bruchi
appesi, ciclisti come apripista … Non avrete problemi di
orientamento, anzi, i segni vi seguiranno dappertutto, saranno il
vostro incubo.
Il percorso prevede un giro base veloce
ma divertente, con un continuo alternarsi fra sentieri e sterrate,
salite e discese: 10-11 km tutti da correre. A questo, per chi vuole
fare il giro lungo, si aggiungono due varianti tecniche, con
dislivelli e pendenze importanti sia in salita che in discesa e
alcuni tratti da fare al passo, per un totale di 15-16 km aggiungendo
così un pizzico di sapore di impresa alla conquista del traguardo,
qualche chilometro di ampiezza ai panorami, difficoltà tecniche e un
bel po' di fatica: l'ideale per i palati più esigenti che apprezzano
la particolare armonia che si crea mescolando giuste dosi di fatica e
divertimento.
Il comune non ci darà un euro per
valorizzare il territorio. Non ci darà un euro neanche per stimolare
i cittadini a vivere in salute. Per noi organizzatori sarà come fare
mille metri di dislivello in più per arrivare pronti alla partenza
della gara ma le difficoltà ci stimolano. Se si vuole fare qualcosa
con entusiasmo si trova il modo di farla, se manca l'entusiasmo si
trovano le scuse per non farla e questo vale per noi come per voi.
Ajoman!
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